I polifenoli rappresentano un vasto ed eterogeneo gruppo di composti di origine vegetale a cui è stata riconosciuta un’attività antiossidante. Essi in natura, infatti, contribuiscono nelle piante alla resistenza nei confronti di microrganismi, luce e insetti e alla pigmentazione fondamentale per la riproduzione. Inoltre, sono coinvolti nella conservazione delle proprietà organolettiche di alimenti e bevande di origine vegetale, come l’olio di oliva e il vino rosso, e alle possibili loro azioni benefiche sulla salute dell’uomo. Tra i più noti polifenoli si ricordano i tannini contenuti nel te, gli antociani e gli acidi fenolici.

Tuttavia, si tratta di molecole con una bassa biodisponibilità, ciò sta a indicare che la quota che viene ingerita con gli alimenti è assorbita solo in piccola parte. Infatti, solo il 5-10% dei polifenoli assunti con la dieta passano nel circolo ematico dopo essere stati largamente metabolizzati nell’intestino da parte della flora batterica e a seguire nel fegato, per essere, infine, rapidamente eliminati con le urine. È utile comunque sottolineare che nonostante il loro importantissimo ruolo, i polifenoli, a differenza delle vitamine, non sono essenziali né per la crescita e lo sviluppo, né per il mantenimento delle normali funzioni dell’organismo.

Le proprietà dei polifenoli

La maggior parte delle proprietà benefiche dei polifenoli sono state evidenziate da sperimentazioni di laboratorio somministrando il polifenolo nella sua forma nativa a concentrazioni molto superiori a quelle presenti realmente nel sangue dopo l’assunzione con una regolare alimentazione. Tutto ciò, in tempi recenti, ha stimolato i ricercatori ad isolare un crescente numero di polifenoli dagli alimenti, in cui essi sono naturalmente presenti, per utilizzarli anche come integratori alimentari.

Inoltre, recenti evidenze scientifiche suggeriscono che i benefici della dieta mediterranea sul rischio di malattie cronico-degenerative, quali diabete mellito tipo 2, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di neoplasia, non sono attribuibili solo alla composizione in macronutrienti di questa dieta e all’elevato contenuto in fibra vegetale, ma anche alla ricchezza in micronutrienti come i polifenoli.

Infatti, le persone che seguono regimi alimentari vegani, e quindi la cui dieta è esclusivamente a base di alimenti vegetali, presentano concentrazioni plasmatiche particolarmente elevate di polifenoli rispetto ai non vegetariani. La stima degli apporti di questi micronutrienti con la dieta è, però, difficile da stabilire in quanto non si conosce il contenuto totale di polifenoli di tutti i cibi e, anche quando questo è noto può variare in relazione al tipo di cultivar, al grado di maturazione di un prodotto e ai processi tecnologici utilizzati nell’industria alimentare. Tenendo conto di queste limitazioni, si stima che l’assunzione media di polifenoli con la dieta nella popolazione occidentale non superi generalmente un grammo al giorno.

Recentemente i polifenoli sono stati proposti come componenti della dieta capaci di ridurre il rischio di sviluppo di diabete e modulare la risposta glicemica sia a digiuno che in fase postprandiale. Infatti, i risultati di diversi studi epidemiologici disponibili indicano che una dieta ad alto contenuto in polifenoli è strettamente associata ad una riduzione del rischio di sviluppo di diabete tipo 2. Nelle diete analizzate erano presenti: cereali integrali, verdura, frutta, olio extravergine di oliva, caffè, tè, cioccolato e bevande naturalmente ricche in polifenoli.

I dati emersi dagli studi condotti su campioni di popolazione molto ampie di Paesi differenti, tuttavia, sono contrastanti e non consentono ad oggi di chiarire con certezza il ruolo di questi nella prevenzione del rischio di sviluppo del diabete mellito e sul controllo glicemico.

Gli acidi fenolici

Per quanto riguarda, invece, gli acidi fenolici, contenuti in elevate quantità in caffè e tè, gli studi scientifici ad oggi disponibili sono abbastanza concordi nel riportare una relazione favorevole tra il loro consumo ed il più basso rischio di sviluppo di diabete, tuttavia c’è ancora bisogno di altre conferme da parte del mondo scientifico.

Fonte:

  • Position statement – gruppo di studio intersocietario costituito da professionisti appartenenti alla: SID, ADI e AMD, 2019
  • LARN, 2014