Un trauma emotivo può essere davvero pericoloso, soprattutto in gravidanza. A dimostrarlo sono diversi studi scientifici che hanno rilevato danni al feto se ci si trova a fronteggiare uno stato di paura o spavento.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sullo spavento in gravidanza.

Spavento in gravidanza: cos’è

La gravidanza è uno dei periodi più belli per una donna, ma è necessario fronteggiarlo con tranquillità. A dimostrarlo sono numerose ricerche che hanno accertato quanto un evento emotivamente stressante, vissuto durante le prime settimane della gestazione, sia in grado di mettere in pericolo il benessere fisico del feto.

In passato si pensava che il rapporto tra mamma e feto si strutturasse solo nel momento in cui il sistema nervoso centrale del bambino si fosse completamente formato, quindi, una volta terminati i nove mesi.  In realtà, la connessione emotiva tra la futura mamma e il nascituro si stabilisce molto prima.

Per tutte queste ragioni è bene stare attenti, già durante le prime fasi della gravidanza, a situazioni altamente stressanti, come lo spavento. Infatti è possibile che il sistema nervoso del feto ne risenta e che si vada incontro a danni futuri per il bambino.

Spavento in gravidanza: quali pericoli

Sulla base delle premesse effettuate, è bene sapere come gestire la salute del feto, ma anche quella della futura mamma. È opportuno fare il possibile per vivere la gravidanza in serenità, evitando di esporsi a situazioni di spavento, di stress o ansia. Ciò potrebbe addirittura provocare un aborto spontaneo o problemi di sviluppo nel bambino, anche dopo la nascita.

Un evento particolarmente stressante che colpisce la sfera emotiva o fisica può aumentare di circa tre volte il rischio di avere un aborto spontaneo. Si dimostra come buona parte di questi eventi si verifichino nel primo periodo di gestazione e, apparentemente, senza motivazioni evidenti.

La scienza, ancora oggi, non è riuscita a dare una risposta certa, ma si ritiene che la causa possa essere di tipo ormonale. La produzione di cortisolo sembra avere effetti negativi sul feto. Quindi l’innalzamento repentino dell’ormone dello stress mette a rischio l’organismo della mamma. L’aborto è una sorta di tecnica di difesa da parte del corpo, che percepisce il rischio.

Un’altra delle possibilità è che il corpo della madre, in risposta allo spavento, inneschi dei cambiamenti chimici che influiscono sul sistema immunitario, provocando possibili danni al feto nel momento più delicato della sua formazione, cioè, quello dello sviluppo cerebrale.

Un’altra conseguenza dello spavento in gravidanza riguarda alcune malattie che il bambino può sviluppare dopo essere nato. È stato dimostrato come un momento particolarmente stressante per la mamma, se vissuto durante la gravidanza, può portare alla predisposizione del figlio alla schizofrenia o ad altri problemi che colpiscono la sfera cerebrale.

Infine va detto che lo stress in gravidanza può portare a parti prematuri di bambini con un peso inferiore alla media.

Spavento in gravidanza: quali possibili rimedi?

meditazione in gravidanza

Per evitare pericoli al feto è bene, sin dai primi mesi, evitare di vivere tensioni o momenti che possono mettere alla prova la futura madre. È necessario avvalersi del supporto delle persone vicine, evitando situazioni pericolose come lavori faticosi e traumi emotivi.

È bene cercare di diminuire quanto più possibile il livello di cortisolo in modo da poter preservare, nel migliore dei modi, la salute del bambino.

Un altro aiuto può venire dalla pratica di sport leggeri adatti alla gravidanza e di esercizi di meditazione e respirazione.

Altrettanto importante è seguire una dieta sana ed equilibrata. Leggi anche Alimentazione in gravidanza: ecco alcuni consigli.

In caso di difficoltà a gestire lo stress, è bene rivolgersi al proprio medico, che può consigliare alcuni integratori naturali utili a migliorare l’autocontrollo e ad abbassare i livelli di ansia. Attenzione: prima di assumere qualsiasi cosa, richiedere sempre il parere di uno specialista.

Nei casi più gravi, si può considerare di consultare uno psicologo, per iniziare un percorso di benessere emotivo e mentale. Ciò aiuterà a gestire meglio anche le ansie relative alla gravidanza e al parto e a prevenire la comune depressione post-partum.