Le patologie cardiache rappresentano una delle principali cause di mortalità nel mondo. Riconoscere precocemente i segnali che indicano un possibile problema al cuore è necessario per attivare tempestivamente gli interventi medici necessari. Approfondiamo meglio l’argomento.

Quali sono i sintomi delle malattie del cuore?

I disturbi cardiaci si manifestano con sintomi che variano per intensità e natura, a seconda della patologia sottostante.

Per la diagnosi delle patologie cardiache, oltre all’elettrocardiogramma e agli esami del sangue, un ruolo fondamentale è svolto dagli esami di imaging. In particolare, ecografia con mezzi di contrasto rappresenta un’evoluzione significativa nella valutazione delle strutture e della funzionalità del cuore.

Passiamo ora ai sintomi, tra cui spicca quello noto che è il dolore toracico, spesso descritto come una sensazione di oppressione, peso o bruciore al centro del torace. Detto ciò, non tutte le condizioni cardiache si presentano in modo così evidente.

Affaticamento cronico, difficoltà respiratorie (dispnea), palpitazioni, sudorazione eccessiva a riposo, vertigini o sincope (perdita di coscienza) sono segnali che, se persistenti o improvvisi, meritano attenzione. Nei casi di scompenso cardiaco, ad esempio, è comune la comparsa di gonfiore alle caviglie e di difficoltà a respirare da sdraiati.

Un aspetto particolarmente critico è la variabilità dei sintomi in base al sesso: nelle donne, l’infarto può manifestarsi con sintomi atipici, come nausea, stanchezza estrema o dolore alla schiena, rendendo più difficile una diagnosi precoce.

Problemi al cuore, quali sono le tipologie?

Le patologie cardiache si suddividono in diverse categorie, ciascuna con caratteristiche e meccanismi fisiopatologici distinti.

  • malattia coronarica (cardiopatia ischemica): è causata da un restringimento o ostruzione delle arterie coronarie, che riduce l’afflusso di sangue al cuore. Il sintomo principale è l’angina pectoris e può evolvere in infarto miocardico;
  • scompenso cardiaco: si verifica quando il cuore non riesce a pompare sangue in modo efficace. I sintomi includono affanno, astenia, edemi periferici e ridotta tolleranza allo sforzo;
  • aritmie cardiache: includono tachicardie, bradicardie e fibrillazioni. Possono essere benigne o potenzialmente pericolose, a seconda del tipo e della frequenza. Si manifestano spesso con palpitazioni, affaticamento e sensazione di battito irregolare;
  • cardiomiopatie: malattie del muscolo cardiaco, spesso di origine genetica o idiopatica. Possono causare ispessimento, dilatazione o rigidità del cuore, alterando la sua capacità contrattile;
  • malattie valvolari: coinvolgono le valvole cardiache, che possono andare incontro a stenosi o insufficienza, compromettendo il flusso ematico corretto. Spesso vengono diagnosticate tramite auscultazione o ecocardiogramma;
  • malformazioni congenite: anomalie strutturali presenti dalla nascita che, se non corrette, possono compromettere la funzione cardiaca nel tempo.

Ciascuna di queste condizioni richiede un approccio diagnostico e terapeutico personalizzato.

Quando preoccuparsi?

Non tutti i sintomi cardiaci indicano una patologia grave, ma è essenziale prestare attenzione ad alcuni segnali. Dolore toracico improvviso, in particolar modo se irradiato al braccio sinistro, alla mandibola o alla schiena, accompagnato da nausea, sudorazione fredda, vertigini o difficoltà a respirare, è un’emergenza medica che richiede il ricorso immediato al pronto soccorso.

Altri sintomi che non devono essere sottovalutati includono:

  • palpitazioni persistenti o frequenti, specialmente se associate a malessere generale;
  • dispnea che compare anche a riposo o durante lievi sforzi;
  • edema degli arti inferiori che peggiora durante la giornata;
  • astenia inspiegabile, perdita di peso involontaria o diminuzione della capacità di concentrazione.

È consigliabile rivolgersi al medico anche in caso di familiarità con patologie cardiache, ipertensione, diabete o colesterolo elevato, per impostare un percorso di prevenzione mirato. Il monitoraggio regolare dei parametri cardiaci attraverso visite specialistiche ed esami non invasivi, quale l’ecocardiogramma, consente di individuare eventuali anomalie in fase iniziale.