Parlare di infertilità maschile non è semplice, ma è necessario.
Spesso si dà per scontato che, quando una coppia non riesce ad avere figli, il problema sia legato alla fertilità della donna.
Nella realtà dei fatti, però, l’infertilità maschile è coinvolta in circa il 50% dei casi in cui una coppia non riesce ad avere figli.
Per questo è importante affrontare l’argomento in modo chiaro, senza tabù né allarmismi.
Conoscere i fattori che possono influenzarla e capire quali azioni adottare può fare la differenza, anche solo per iniziare a prendersi cura di sé in modo più consapevole.
Cosa tratteremo
Che cos’è l’infertilità maschile
L’infertilità maschile si riferisce all’incapacità di fecondare l’ovulo attraverso un rapporto sessuale naturale, dopo almeno 12 mesi di rapporti regolari e non protetti.
Il problema può dipendere da una bassa concentrazione di spermatozoi, da una scarsa motilità o da anomalie nella loro forma.
Ma può anche esserci un’ostruzione, un’alterazione ormonale, o condizioni che riducono la produzione o la qualità del liquido seminale.
Spesso non ci sono sintomi evidenti.
Ecco perché in molti casi la diagnosi arriva solo quando si decide di provare ad avere un figlio.
Cosa può influenzare la fertilità maschile
Le cause possono essere molteplici e non sempre facili da individuare. Alcuni fattori sono legati allo stile di vita, altri all’ambiente, altri ancora alla salute generale o a condizioni genetiche.
Tra gli aspetti più comuni che possono interferire con la fertilità troviamo:
- Fumo, alcol, droghe e anabolizzanti: sostanze che alterano la qualità del liquido seminale e abbassano i livelli di testosterone.
- Dieta sbilanciata e carenze nutrizionali: un’alimentazione povera di vitamine, zinco, selenio e antiossidanti può danneggiare la produzione spermatica.
- Sovrappeso o obesità: l’eccesso di grasso corporeo altera la regolazione ormonale, riduce i livelli di testosterone e può compromettere la fertilità.
- Temperature elevate nella zona genitale: saune, bagni troppo caldi, laptop sulle gambe o pantaloni molto stretti possono influire negativamente.
- Inquinanti ambientali e sostanze tossiche: pesticidi, metalli pesanti, solventi e sostanze chimiche presenti in alcuni ambienti di lavoro possono avere un impatto diretto sulla fertilità.
- Stress cronico e mancanza di riposo: lo stress, soprattutto se prolungato, altera l’equilibrio ormonale e può portare anche a un calo della libido.
- Infezioni e infiammazioni: malattie sessualmente trasmissibili o infezioni non curate, come l’orchite o l’epididimite, possono creare danni permanenti.
Come prevenirla: abitudini che fanno la differenza
Una buona parte dei fattori che influiscono sulla fertilità può essere tenuta sotto controllo con uno stile di vita più sano.
Non serve cambiare tutto da un giorno all’altro, ma cominciare da alcune semplici attenzioni può portare benefici concreti.
Alimentarsi in modo equilibrato, includendo frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, aiuta a mantenere un buon livello nutrizionale.
Fare attività fisica in modo regolare, senza eccessi, migliora la circolazione, l’umore e la regolazione ormonale.
Limitare o eliminare fumo e alcol è un passo importante, così come evitare l’uso di sostanze che interferiscono con l’equilibrio ormonale.
Anche la gestione dello stress gioca un ruolo chiave. Dormire a sufficienza, avere orari più regolari e prendersi dei momenti di pausa migliora la qualità della vita — e, indirettamente, anche quella della fertilità.
Quando è il caso di fare dei controlli
Non esiste una regola precisa, ma se dopo un anno di rapporti non protetti la gravidanza non arriva, è consigliabile fare qualche verifica.
Un’analisi del liquido seminale (spermiogramma) può già offrire un quadro abbastanza chiaro. In caso di anomalie, si può poi valutare con calma come proseguire, anche solo iniziando con modifiche nello stile di vita.
In molti casi, le difficoltà si risolvono senza bisogno di interventi invasivi, semplicemente rimuovendo abitudini scorrette o trattando infezioni latenti.
Infertilità maschile: Un tema da affrontare senza vergogna
Spesso, quando si parla di infertilità maschile, si tocca un nervo scoperto. C’è ancora oggi una certa reticenza, quasi come se fosse un argomento da nascondere.
Ma non c’è nulla di cui vergognarsi.
Avere difficoltà a concepire non dice nulla sul proprio valore personale, né sulla propria virilità. Significa semplicemente che, in quel momento, ci sono delle condizioni da sistemare. E nella maggior parte dei casi, ci sono margini per migliorare.
Parlarne in modo aperto, con il proprio partner, e affrontare il tema con informazioni corrette è il modo migliore per affrontarlo con lucidità.
L’infertilità maschile esiste, e parlarne con realismo è fondamentale.
Molte cause sono prevenibili, molte situazioni sono reversibili.
Investire nella propria salute, fisica e mentale, è il primo passo per proteggere anche quella riproduttiva.
Informarsi, ascoltare il proprio corpo e non ignorare i segnali può fare la differenza.
La fertilità è una questione complessa, certo. Ma non va vista come un limite: spesso è un equilibrio che può essere ritrovato.