La biostimolazione è un trattamento viso che può aiutarti. Hai presente quei periodi in cui ti guardi allo specchio e il volto sembra spento, quasi “sgonfio” di energia? La pelle può perdere tonicità, diventare più sottile, segnarsi con rughe leggere che però fanno la differenza. Finché un giorno ti chiedi: esiste un modo per farle ritrovare vitalità senza stravolgere i lineamenti?
La risposta, per molti dermatologi e medici estetici, si chiama biostimolazione cutanea. Non è un filler che riempie, non è un trattamento laser che leviga, non è un botox che blocca: lavora con la pelle, non contro il tempo. In pratica le fornisce le “vitamine” (e molto di più) di cui ha bisogno per rimettersi in moto da sola.
Cosa tratteremo
Perché la pelle rallenta
Fino ai venticinque/trent’anni i nostri fibroblasti – le cellule-chiave del derma – producono collagene, elastina, acido ialuronico come fossero piccole fabbriche instancabili. Poi, complice il naturale invecchiamento e fattori esterni come raggi UV, inquinamento, stress ossidativo, quella produzione rallenta.
Il risultato lo conosciamo: meno densità, meno elasticità, meno luce.
La biostimolazione nasce per riaccendere quelle fabbriche. E lo fa con micro-iniezioni di un cocktail calibrato sul paziente: acido ialuronico fluido (non volumizzante), vitamine antiossidanti, amminoacidi, minerali, peptidi.
Come si svolge una seduta di biostimolazione
- Colloquio e valutazione
Il medico osserva texture, grado di disidratazione, eventuali macchie o lassità. In base a età e obiettivi sceglie la miscela e definisce quante sedute servono (di solito un ciclo di 3-5 appuntamenti ogni 2-3 settimane). - Preparazione
Si deterge il viso, si può applicare una crema anestetica leggera per chi teme gli aghi. Gli aghi in realtà sono sottilissimi, più fini di quelli per il botox. - Micro-ponfi
L’ago entra nel derma superficiale. Ogni piccola iniezione crea un puntino (il famoso “ponfo”) che sparisce in poche ore. Non rimangono volumi, non si altera la fisionomia: all’interno finisce una goccia di sostanze idratanti e stimolanti. - Post-trattamento
Rossore discreto, qualche piccolo livido se la pelle è molto delicata. Si può tornare subito a lavorare, magari con un leggero make-up correttivo dal giorno dopo. - Attesa attiva
L’effetto “wow” non è istantaneo come con un filler, perché la cosa più importante avviene dietro le quinte: la pelle ricomincia a produrre collagene ed elastina. Di solito dopo la seconda seduta ci si specchia e si nota qualcosa di nuovo: il viso è più disteso, il colorito uniforme, le micro-rughe meno evidenti.
Risultati che si sentono, prima ancora di vedersi
Le pazienti spesso riferiscono pelle più idratata fin dal giorno successivo, quasi avessero applicato la migliore delle maschere ma “dall’interno”. Col passare delle settimane arriva il vero cambio di passo: la cute si ispessisce in modo sano, guadagna elasticità, il contorno occhi appare meno affaticato. Non è solo estetica: è una miglior qualità tessutale che si percepisce al tatto.
E c’è un vantaggio in più: i trattamenti cosmetici domiciliari (sieri, creme) penetrano meglio perché il tessuto cutaneo è più ricettivo. È come se la biostimolazione preparasse il terreno per tutto il resto della skincare.
Chi ne beneficia di più
- Trentenni previdenti – Un ciclo l’anno può allontanare i primi segni di cedimento senza interventi invasivi.
- Quarantenni e cinquantenni – Ideale per densificare pelli che iniziano a segnarsi sul contorno boccao sotto gli zigomi. Spesso il medico abbina la biostimolazione a filler soft o botox localizzato così da lavorare su piani diversi.
- Pelli spente da stress o diete – Dopo periodi di forte dimagrimento o di stanchezza cronica, aiuta a recuperare freschezza.
- Uomini – Nessun rischio di “viso rifatto”: l’effetto è sano e discreto, perfetto per chi vuole solo apparire meno affaticato.
E i rischi della biostimolazione?
Parliamo pur sempre di un atto medico: deve essere eseguito in ambiente sterile e da un professionista che conosce anatomia del volto e possibili allergie. Gli effetti collaterali sono minimi: rossore, lieve edema, ematomi puntiformi. In mani esperte, infezioni o noduli sono eventi rari. È invece controindicata in gravidanza, allattamento, patologie autoimmuni non controllate o allergie note ai componenti.
Quanto dura e quanto costa
Il ciclo iniziale garantisce risultati che si mantengono fra i cinque e i nove mesi, variabili a seconda di età, stile di vita, esposizione solare. Per chi fuma molto o passa ore al PC la degradazione dei principi attivi è più rapida; in questi casi si consiglia un richiamo trimestrale.
A livello di costi, una seduta può andare dai 150 ai 300 euro in base ai principi attivi scelti e alla reputazione del centro. Molte cliniche propongono pacchetti a prezzo calmierato se si prenota l’intero ciclo.
La differenza rispetto a biorivitalizzazione e filler
Spesso i termini si mischiano. In realtà:
- Biorivitalizzazione punta quasi solo sull’idratazione rapida con acido ialuronico fluido.
- Biostimolazione aggiunge vitamine, amminoacidi, peptidi: mira a far produrre nuovo collagene.
- Filler (acido ialuronico reticolato) riempiono e scolpiscono, non stimolano a lungo termine.
Molti medici, oggi, costruiscono protocolli “a strati”: prima biostimolazione per ridare tono al tessuto, poi – se serve – tocchi di filler per armonizzare i volumi. Così il risultato risulta naturale e durevole.
La biostimolazione non promette miracoli istantanei. Offre qualcosa di meno spettacolare ma più duraturo: aiuta la pelle a ricordarsi come funzionava quando era giovane. Con pazienza – qualche puntura e un paio di settimane di attesa – il viso recupera compattezza e luminosità senza effetti artificiali.
Se cerchi un approccio “slow” all’anti-aging, questa potrebbe essere la strada giusta. L’importante è affidarsi a un professionista serio, parlare apertamente delle aspettative e, soprattutto, continuare a trattare la pelle bene anche a casa: protezione solare, sonno, alimentazione e idratazione restano i migliori alleati di qualsiasi biostimolazione.