Da tempo la ricerca si è impegnata per individuare modelli alimentari efficaci nel ridurre la mortalità e quindi diminuire le malattie tipiche del mondo moderno. In un confronto internazionale delle recenti statistiche sulla mortalità tra i Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti), il Giappone ha l’aspettativa di vita media più lunga, principalmente a causa di tassi di mortalità notevolmente più bassi per malattie cardiache e cancro (in particolare al seno e alla prostata). Si pensa che i bassi tassi di mortalità per queste patologie siano dovute alla bassa presenza dell’obesità in Giappone.

Questi dati sembrano essere giustificati dal minor consumo di carne (in particolare carne rossa come il manzo), latte e latticini, zucchero e dolcificanti, frutta e patate e maggiore di pesce e frutti di mare, riso, soia e tè (principalmente tè verde).

I cambiamenti

Guardando i cambiamenti nell’assunzione di energia dal National Health and Nutrition Survey, l’assunzione era di 1903 kcal per persona nel 1946, l’inizio del dopoguerra. Poi aumentò a 2125 kcal nel 1951, rimase stabile, qualche tempo dopo iniziò ad aumentare nuovamente in corrispondenza di una forte crescita economica, raggiungendo un picco nel 1971. In risposta alla fine di questa crescita economica e a seguito della crisi petrolifera del 1973, anche l’assunzione di energia ha continuato a diminuire, raggiungendo un minimo nel dopoguerra fino a 1840 kcal nel 2011.

Il recente calo dell’apporto energetico in Giappone può rappresentare una risposta alla diminuzione dell’attività fisica a seguito della diffusa automazione dei cantieri e dell’uso dell’automobile. Di conseguenza, gli uomini hanno continuato ad aumentare di peso. È utile sottolineare che sebbene il peso sia tendenzialmente aumentato negli uomini, rimane comunque significativamente molto più basso rispetto ai Paesi occidentali.

Tuttavia, il Giappone ha una reputazione internazionale per l’elevata assunzione di sale, i livelli sono costantemente diminuiti, da 14,5 g (circa 3 cucchiaini) nel 1973 a 9,5 g nel 2017. Si stimava che i livelli fossero ancora più alti prima del 1973.

I modelli dietici per la longevità

Si ritiene che i modelli dietetici, caratterizzati da un basso consumo di carne rossa, un’elevata assunzione di pesce, cibi vegetali e bevande non zuccherate, siano collegati a una mortalità relativamente bassa per cancro e cardiopatia ischemica e a una bassa prevalenza di obesità.

Nello specifico, un modello dietetico caratterizzato da un consumo di carne rossa, latte e latticini più bassi e pesce, frutti di mare più alti si traduce in un minor consumo di acidi grassi saturi e un maggiore consumo di acidi grassi polinsaturi omega-3. Infatti, l’assunzione alimentare di acidi grassi saturi è associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.

La soia

Un altro alimento di rilievo nel modello dietetico giapponese è la soia. I semi di soia sono l’unica fonte di isoflavoni nei Paesi asiatici, noti per avere effetti antitumorali e di contrasto alle malattie cardiovascolari.

L’assunzione di isoflavoni nelle quantità consumate nelle popolazioni asiatiche è associata a un minor rischio di cancro al seno e alla prostata con conseguente minor mortalità per queste patologie.

L’assunzione di soia e isoflavoni sembra anche ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. I semi di soia sono anche una delle principali fonti di proteine vegetali aspetto che potrebbe avere delle associazioni con la longevità giapponese.

Ridotto consumo di dolcificanti e patate

Anche il basso consumo di dolcificanti a base di zucchero e di patate e l’elevato consumo di tè verde (che generalmente non è addolcito con zucchero) possono essere in parte associati ad una minore presenza di obesità in questa popolazione e a tassi più bassi di malattie correlate all’obesità.

Infine, i giapponesi tendono a consumare una varietà di cibi come cereali, verdure, frutta, pesce e carne e piatti a base di latte, e questa varietà alimentare potrebbe anch’essa avere un ruolo.

 

Fonte: Why has Japan become the world’s most long-lived country: insights from a food and
nutrition perspective. European Journal of Clinical Nutrition, 2020