Esistono numerosi fattori che aumentano il rischio di comparsa di malattie cardiovascolari, molti dei quali sono modificabili attraverso cambiamenti nella dieta e nello stile di vita. Questa combinazione è ampiamente riconosciuta in ambito clinico come importante sia nella prevenzione primaria ovvero per evitare l’insorgenza di queste patologie in soggetti sani, che in quella secondaria, ossia il ripetersi di un evento cardiovascolare in una persona che già ne ha sofferto. Inoltre, per i clinici sta diventando sempre più complesso trattare le malattie cardiache a causa del numero di altre patologie presenti. A tal proposito i dati del National Audit of Cardiac Rehabilitation mostrano che l’ipertensione arteriosa è la malattia associata più comune (49,9%), seguita da ipercolesterolemia e le dislipidemie (31,7%) e poi dal diabete mellito (24,5%).

Appare quindi chiaro come l’educazione alimentare possa essere un elemento cardine della riabilitazione dopo l’evento cardiaco e tutti i gruppi alimentari richiedono delle attenzioni particolari per garantire il miglior stato di salute in queste patologie.

Proteine: quali scegliere

Le fonti di proteine animali includono pesce, pollame, carne, uova e latticini. Sono da considerare proteine animali magre quelle con meno di 10 g di grassi totali, 5 g di grassi saturi e 95 mg di colesterolo per 100 g di prodotto.  Le fonti di proteine vegetali, invece, includono frutta secca e semi (mandorle, noci, anacardi), legumi (inclusi ceci, lenticchie, fagioli).

Infatti, fonti proteiche di buona qualità ovvero a basso contenuto di grassi, in particolare di grassi saturi e basso apporto di colesterolo, sono suggerite come parte di una dieta cardioprotettiva.

Carboidrati e fibra

Le fonti di carboidrati sono importanti per la relazione di questi con la salute cardiovascolare.

Le fonti di carboidrati derivanti da farine bianche raffinate dovrebbero essere ridotte o evitate e sostituite con fonti di migliore qualità (come i cereali integrali, pane, frutta e verdura). La riduzione o modulazione dell’apporto di carboidrati nella dieta può essere vantaggiosa solo per coloro che hanno valori di glicemia alterati. Inoltre, una maggiore assunzione di fibre è inversamente associata alla mortalità cardiovascolare e per tutte le cause dopo l’infarto del miocardio ciò sta indicare che un buon apporto quotidiano di fibra è protettivo.

Grassi: le fonti

La conoscenza della fonte di grassi è fondamentale, soprattutto considerando il diverso impatto sulla salute tra grassi saturi e polinsaturi. La riduzione dei grassi saturi, infatti, e la sostituzione con grassi insaturi sembra trasmettere il maggior beneficio cardiovascolare. Nello specifico l’aumento dei grassi polinsaturi marini (contenuti nel pesce) è associato a una diminuzione della mortalità totale e per tutte le cause. Un consiglio pratico in merito è quello di aumentare il consumo di pesce azzurro. Al contrario i grassi trans industriali (che si trovano in pasticcini, torte e cibi fritti) dovrebbero essere evitati poiché sono associati a un aumento della mortalità totale.

Modelli dietetici

Il miglioramento della qualità della dieta post-infarto è associato a una riduzione del rischio di mortalità, gli studi disponibili suggeriscono che è l’intera dieta, piuttosto che i singoli componenti, determina questa associazione. Il modello dietetico più studiato in relazione alla salute cardiovascolare è la dieta “mediterranea”, con numerosi studi che indicano che questo modello dietetico determina una minore mortalità per tutte le cause sia nella prevenzione primaria che secondaria nelle malattie cardiovascolari. In generale, questa dieta contiene un’alta densità di nutrienti, è ricca di fibre, ha un apporto relativamente elevato di grassi (prevalentemente dall’olio d’oliva), un basso apporto di grassi saturi e un indice glicemico relativamente basso rispetto alle diete occidentali. Tradizionalmente, si basa su frutta e verdura, frutta secca, legumi e cereali non raffinati, pesce e crostacei moderati e latticini fermentati in quantità moderate, ma differisce chiaramente a seconda della regione geografica.

Oltre alla dieta mediterranea anche la dieta DASH (ricca di frutta e verdura, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, ricca in noci, legumi e povera di carne rossa e trasformata) è associata a una diminuzione dell’incidenza di ictus, malattie cardiovascolari, malattia coronarica, diabete, oltre a miglioramenti nella pressione arteriosa, l’emoglobina glicata e l’insulina a digiuno.

 

Fonti:

  • T. Butler et al. Optimum nutritional strategies for cardiovascular disease prevention and rehabilitation (BACPR). Heart 2020;106:724–731