La vitamina D è una vitamina liposolubile, ovvero che tende a sciogliersi nei grassi. Pochi alimenti contengono naturalmente vitamina D, ma le necessità degli esseri umani di questa vitamina vengono soddisfatte solo in piccolissima parte dagli alimenti. Infatti, la sua produzione dopo l’esposizione della pelle alle radiazioni ultraviolette B (UVB) rimane la via principale per ottenere la vitamina D, rappresentando il 90% del rifornimento di questa vitamina per l’uomo. Inoltre, comprende sia la più nota vitamina D3 (colecalciferolo) di origine animale che la meno conosciuta vitamina D2 (ergocalciferolo) di origine vegetale.

La scoperta

La scoperta della vitamina D ha inizio con l’identificazione di una “nuova” malattia, il rachitismo ovvero una condizione anomala di formazione dell’osso che può determinare ossa deboli nei neonati e nei bambini. La parola “rachitismo” fu usata per la prima volta nel 1634 nei rapporti della Royal Infirmary di Manchester e a seguire si scoprì che l’olio di fegato di merluzzo curava tale patologia. Un’ulteriore importante scoperta per la cura del rachitismo avvenne nel 1822, in cui venne individuata la sua relazione con l’esposizione alla luce solare. Le conoscenze in ambito scientifico fecero un ulteriore passo in avanti alla fine della prima guerra mondiale, quando il rachitismo era diventato un grave problema a Vienna e Harriet Chick guidò un gruppo del British Medical Research Council per studiarlo. Il team di scienziati concluse che sia l’olio di fegato di merluzzo che l’esposizione al sole possono curare il rachitismo. Infine, nel 1922, McCollum e i suoi collaboratori hanno coniato il termine “vitamina D” suggerendo l’esistenza di una vitamina che promuove la deposizione di calcio nelle ossa.

Funzioni

Il ruolo principale della vitamina D è quello di mantenere un’adeguata mineralizzazione dello scheletro attraverso il controllo delle concentrazioni di calcio e fosforo nel sangue. Inoltre, è coinvolta nel funzionamento di molti tessuti come il tessuto muscolare dove favorisce la produzione delle proteine muscolari ed è coinvolta nel meccanismo di contrazione dei muscoli.

Carenza

Nell’infanzia il rischio di carenza di questa vitamina è più alto perché si è in presenza di una rapida crescita ossea. Alla nascita il neonato acquisisce nell’utero le scorte di vitamina D che devono garantirne la crescita nei primi mesi di vita poiché il latte materno ne è povero.

L’adolescenza rappresenta un altro momento di veloce crescita, però contrariamente all’infanzia, gli adolescenti passano più tempo all’aperto e quindi esposti alla luce solare, con una produzione cutanea di vitamina D maggiore.

Un altro gruppo a rischio di carenza sono gli anziani, in particolare quelli istituzionalizzati. Questo dipende sia dalla mancanza di esposizione diretta alla luce solare e per diminuita capacità dell’organismo di produrre questa vitamina. Nel concreto ciò determina una maggiore fragilità ossea, vista la capacità della vitamina D di favorire il mantenimento di un’adeguata mineralizzazione dell’osso.

Fonti alimentari

La vitamina D può essere assunta con gli alimenti o perché è naturalmente presente in essi o perché viene addizionata a questi mediante alcuni processi industriali.

Alimenti che contengono buone quantità di questa vitamina sono: l’olio di fegato di merluzzo, fegato di suino, uova di gallina (in particolare in tuorlo) e pesci, specialmente quelli grassi come l’aringa, il tonno fresco e il salmone in scatola. Tuttavia, molti paesi arricchiscono alcuni alimenti di uso comune con la vitamina D, poiché le condizioni ambientali sono particolarmente sfavorevoli per la sua produzione da parte dell’organismo. Da alcuni anni sono presenti anche in Italia prodotti lattiero-caseari arricchiti, in concentrazioni variabili, con vitamina D e calcio.

Supplementazione

L’integrazione di vitamina D è possibile in tutte le fasi della vita e dipende, oltre che dall’età, anche dalla sua concentrazione nel sangue e dall’effettiva capacità di assorbimento della persona. Ad oggi esistono numerose formulazioni di questi supplementi e possono essere assunti con frequenza mensile, settimanale o giornaliera. È importante sempre concordare con il medico di fiducia o specialista il dosaggio per evitare di superare i livelli massimi di tollerabilità.

 

Fonti:

  • LARN, 2014
  • Chang SW et al. Vitamin D and health – The missing vitamin in humans. Pediatrics and Neonatology 2019;60:237-244