Basata sull’eliminazione dalla propria routine alimentare degli zuccheri fermentabili (zuccheri che poi vanno gradualmente reintrodotti), la dieta FODMAP è ideale per chi soffre di colon irritabile.
Questa sindrome, individuata dall’acronimo IBS e denominata anche “colite spastica“, è caratterizzata da un insieme di disturbi intestinali cronici, che si differenziano dalle comuni malattie infiammatorie. Leggi qui l’articolo che parla di diverticolite e dieta.
Andiamo dunque a vedere come la FODMAP, dieta dagli effetti scientificamente provati, può aiutarci a migliorare la qualità della vita.

Il significato della sigla FODMAP

Gli zuccheri eliminati durante la FODMAP devono essere reintegrati via via che i sintomi del colon irritabile diminuiscono. In questo regime alimentare, che va adottato perlomeno dalle due alle quattro settimane, gli alimenti vengono suddivisi in gruppi.
Ecco quindi spiegato il significato della sigla FODMAP:

F come Fermentazione

I cibi che fermentano nell’intestino possono provocare problemi quali gonfiore, addome teso, flatulenza o dolori: della categoria fanno parte gli alimenti contenenti zuccheri.

O come Oligosaccaridi

Gli oligosaccaridi si dividono in fruttani e galattoligosaccaridi (GOS). I fruttani, essendo poco digeribili, finiscono al 99% nel colon e sono presenti in: asparagi, erba cipollina, cipolla, aglio, cavolo cappuccio e cicoria. I GOS invece sono presenti nella buccia di fagioli, ceci, lenticchie, fave.

D come Disaccaridi

Chi soffre di colon irritabile presenta sovente una carenza di lattasi, enzima che serve a digerire il lattosio. La FODMAP mira a limitare latte e latticini, evitando in particolare i formaggi stagionati e a pasta dura.

M come Monosaccaridi

Il fruttosio, contenuto nella frutta fresca, è uno dei principali responsabili del gonfiore del colon irritabile.
È utile infatti non eccedere con la quantità di frutta giornaliera, stando attenti in particolare a mela, pera, mango e banana verde. Ovviamente occorre fare estrema attenzione anche a miele e sciroppo d’acero.

A sta per “and”

P come Polioli

Si tratta di zuccheri resi chimicamente inassorbibili e difficili da digerire. L’industria alimentare li usa al posto degli zuccheri comuni, soprattutto per dolcificare. Sono pericolosi in quanto capaci di alterare la funzione dell’alvo (l’intero canale intestinale), generando flatulenza e dolore addominale.

FODMAP: gli alimenti “si”

Ora che abbiamo visto nel dettaglio i nutrienti sui quali agisce la FODMAP, bisogna specificare che essi non costituiscono veri e propri agenti venefici: non vanno eliminati completamente, ma tarati in base a una soglia di tolleranza soggettiva. Non a caso questa dieta a volte viene anche definita Low-FODMAP. Determinata la tolleranza, tramite il regime dietetico sarà possibile ridurre i sintomi digestivi dell’IBS, dalla costipazione alla diarrea, passando per flatulenze e dolori addominali.

Esiste una lunga lista di alimenti assolutamente approvati, che aiuteranno coloro che soffrono di colon irritabile a praticare questa dieta. Ad esempio patate, avena, quinoa e riso. ma anche determinati tipi di frutti e verdure, come banane, peperoni, mirtilli, carote, cetrioli, uva, spinaci, ortaggi a foglia verde, pomodori, mandarini. Il latte invece si può sostituire con latte di mandorle, latte di cocco, latte di riso e latte di soia.

Come funziona la dieta: le fasi della FODMAP

Attuare la dieta FODMAP aiuta a fare a meno dell’intervento farmacologico (naturalmente escludendo i casi gravi).
L’unico modo per impostare correttamente la FODMAP è rivolgersi a un dietista, il quale la strutturerà in tre fasi principali: eliminazione, reintegrazione e personalizzazione.

Sotto la guida di un professionista, si procederà dunque ad un primo periodo di limitazione dei FODMAP, la cui durata è variabile; dopodiché, una volta che l’intestino si sarà normalizzato, si compirà un tentativo di reintroduzione.
Nello specifico, si reintroduce un cibo per volta, uno alla settimana: il processo dunque è graduale, in modo da consentire di capire bene a quali componenti il soggetto è più sensibile.

Infine, dopo aver osservato e raccolto tutti questi dati, sarà possibile stilare una dieta equilibrata e personalizzata a basso tasso di FODMAP.

Consigli per seguire la dieta FODMAP

Durante il regime FODMAP è importante seguire alcuni semplici accorgimenti, primo fra tutti il monitoraggio costante della sintomatologia intestinale e dell’attività dell’alvo.
A tal proposito può servire tenere un diario alimentare, nel quale appuntare non solo gli sviluppi della dieta (al fine di introdurre i gruppi di alimenti con ordine), ma anche eventuali sintomi e miglioramenti.

Questa dieta, ideata per la prima volta nel 2005 da due studiosi di fama mondiale, Sue Shepherd e Peter Gibson, è consigliata a tutti tranne a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA), poiché, essendo restrittiva, potrebbe acuirli.

In ultimo, è importante evitare il fai da te e seguire la dieta FODMAP nella maniera corretta, affinché sia bilanciata e adeguata al fabbisogno energetico personale: per far questo è fondamentale rivolgersi a un dietista professionista.