La ricerca ha appurato da tempo che nel mondo dello sport la nutrizione ha un ruolo di primo piano nel favorire le performance degli atleti, indipendentemente dalla disciplina praticata. Tuttavia, il contesto sportivo è stato per lungo tempo un terreno fertile dove sperimentare regimi dietetici tra loro molto differenti e spesso anche estremi. Appare quindi importante fare chiarezza sul significato di dieta iperproteica e sul suo possibile impiego nell’atleta.

Incremento della massa muscolare

Nello sportivo spesso l’incremento dell’assunzione proteica è legata al desiderio di favorire l’aumento del trofismo muscolare, ovvero il volume del muscolo. È bene chiarire che per l’aumento di 1 Kg di massa muscolare sono necessari circa 200 grammi di incremento delle proteine muscolari ed il rimanente 80% dell’aumento di volume del muscolo è per lo più dovuto all’acqua corporea. Anche considerando che solo il 70% delle proteine assunte con la dieta viene utilizzata dal corpo umano il fabbisogno proteico che ne deriva non si discosta molto da quello consigliato per la popolazione generale ovvero 1 grammo per kg di peso corporeo al giorno.

Apporto proteico nella dieta

Un regime alimentare si definisce iperproteico quando l’apporto di proteine è superiore al 16% delle calorie assunte nell’arco dell’intera giornata e può talora arrivare fino al 30%.

Tuttavia, l’apporto proteico non può essere incrementato ad libitum nell’atleta perché non ci sono prove scientifiche che suggeriscano il superamento dei 1,5-2 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno, al fine di incrementare la massa muscolare in mancanza di un adeguato apporto di carboidrati. Inoltre, l’esatta quantità̀ di proteine raccomandabili ad un atleta è estremamente variabile per una serie di fattori, quali: apporto calorico giornaliero totale, modalità̀ ed intensità̀ degli allenamenti, modalità̀ e timing di assunzione dei nutrienti. Oltre all’apporto di proteine in termini di quantità è utile considerare anche la qualità di queste, tenendo conto del valore biologico delle stesse e della loro digeribilità̀.

Rischi dell’eccesso proteico prolungato

La preoccupazione del mondo scientifico in merito alle diete con apporto proteico eccessivo, protratte per lunghi periodi di tempi, è dovuta alle conseguenze sulla salute che possono comportare, ovvero:

  • Alterazione della regolazione del calcio a livello osseo con aumento del rischio di calcoli renali,
  • Eccessivo lavoro renale con affaticamento dell’organo,
  • Possibile alterazione della produzione delle proteine nel fegato e conseguenze gravi se già presenti patologie epatiche,
  • Aumento del rischio cardiovascolare, Aumento del rischio oncologico.

Integratori nutrizionali: amminoacidi ramificati e creatina

L’utilizzo di integratori nutrizionali è senz’altro molto diffuso tra gli sportivi a diversi livelli, nonostante la letteratura scientifica non riporti dati certi sulle loro funzioni e benefici, così come vengono invece pubblicizzati tra la popolazione.

Gli studi sugli effetti dell’assunzione di aminoacidi a catena ramificata hanno ottenuto risultati molto contrastanti, mentre valina, leucina ed isoleucina hanno dato un responso positivo in merito agli effetti sull’incremento della forza e della resistenza muscolare.

Molto diffusa è anche la supplementazione con creatina allo scopo di favorire la capacità di svolgere sforzi fisici ad elevata intensità come confermato dai risultati di diversi studi. Le linee guida consigliano comunque un suo apporto giornaliero non superiore ai 6 grammi e per un tempo di somministrazione non maggiore di 30 giorni.

Relative Energy Deficiency nello sport

Quando le diete, oltre ad essere iperproteiche, hanno un ridotto contenuto di carboidrati e ridotto apporto energetico potrebbero alterare la salute dell’atleta favorendo una condizione definita Relative Energy Deficiency nello sport.

Si ha quindi un inadeguato apporto calorico giornaliero che servirebbe a supportare le funzioni corporee coinvolte nel preservare la salute e nel favorire le prestazioni sportive. Tale condizione può evolvere in gravi conseguenze mediche (psicologiche e psicofisiologiche) associate ad una bassa riserva di energia; sostanziale calo del peso, anormale prolungata riduzione del grasso corporeo, difficoltà nella crescita e nello sviluppo negli atleti adolescenti, alterazioni del ciclo mestruale nelle femmine, fragilità ossea, disturbi alimentari, alterazioni elettrocardiografiche e negli esami di laboratorio.

In conclusione, appare quindi utile sottolineare che un’alimentazione variata, equilibrata e adeguata alle esigenze dell’atleta sembra essere più efficace di regimi alimentari empirici ed estremi.

 

Fonte:

  • Dieta iperproteica e dieta iperglucidica. Il punto tra suggestione e realtà – Ministero della Salute, 2021
  • L’alimentazione nella pratica motoria e sportiva – Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento del Farmaco