L’alluce valgo è una problematica estremamente diffusa, che riguarda in particolare le donne. Nonostante gli alti numeri che la riguardano, non tutti sono informati correttamente sulle sue peculiarità. Nelle prossime righe di questo articolo, potrai trovare una guida completa dedicata, con informazioni su cause e rimedi.
Cosa tratteremo
Cos’è l’alluce valgo?
Partiamo dalle basi, cercando di capire cos’è davvero l’alluce valgo. A livello medico, può essere definito come una patologia a tutti gli effetti. Consiste in una deviazione in varo del primo metatarso, evenienza che ha come conseguenza la compensazione in valgo da parte della falange distale.
Patologia evolutiva, in virtù del meccanismo appena descritto si manifesta mostrando la sua caratteristica più conosciuta, ossia la cipolla, a sua volta causa di dolore, disagio quando si devono indossare scarpe aperte e, in generale, difficoltà estreme nella scelta delle calzature.
Quali sono le cause?
Sulle cause dell’alluce valgo, è più che mai opportuno fare chiarezza. Diffuso, infatti, è il luogo comune che collega l’insorgenza di questa patologia all’utilizzo di calzature non adeguate. Bene: non è vero!
Tra le cause dell’alluce valgo è invece possibile annoverare le anomalie congenite a carico delle strutture ossee o articolari del piede, così come le conseguenze di traumi e fratture.
Tuttavia la causa principe rimane comunque la familiarità!
Come curare l’alluce valgo?
Quando si parla di cura dell’alluce valgo molte persone, sbagliando, si orientano verso l’approccio conservativo, che prevede il ricorso a distanziatori delle dita acquistabili in farmacia. Questi dispositivi raramente possono garantire un sollievo al dolore e nulla possono contro l’evolutività della patologia. Per questo motivo, è necessario rivolgersi a un ortopedico specializzato.
L’ultimo termine non è stato chiamato in causa a caso. Nel momento in cui si sceglie uno specialista verticale, si ha la certezza di avere a che fare con un professionista di massima esperienza su tecniche chirurgiche che richiedono, pur non trattandosi di interventi maggiori, estrema precisione e perizia.
Tra queste, è possibile chiamare in causa la tecnica percutanea per l’alluce valgo, sviluppata per prevenire evenienze come le recidive e l’alto livello di dolore post operatorio e per valorizzare quella mini invasività che, ormai da anni, è un faro prezioso in chirurgia ortopedica.
Cosa prevede? Un approccio che prevede l’esecuzione di piccoli fori attraverso i quali far passare gli strumenti chirurgici. Decisiva, inoltre, è anche la scelta dell’anestesia, che deve essere periferica (a meno di controindicazioni legate alla salute del singolo paziente) per permettere una buona gestione del dolore.
All’attenzione a essere meno invasivo possibile, il chirurgo associa il ricorso a mezzi di sintesi – una piccola vite – per ottimizzare i risultati dal punto di vista della stabilizzazione riducendo il rischio di recidiva della deformità.
Il ricorso ai mezzi di sintesi è spesso motivo di preoccupazione per i pazienti che si approcciano alla chirurgia correttiva dell’alluce valgo. In realta’ non c’è alcun motivo di temerli in quanto si parla di viti in titanio, un materiale anallergico.
L’associazione tra mini invasività e mezzo di sintesi è preziosa in quanto permette, come già detto, di prevenire l’evenienza delle recidive. La paura del ripresentarsi del problema blocca tantissime persone affette da alluce valgo, che pensano, erroneamente, che non valga la pena sottoporsi all’intervento per poi vedersi ripresentare la deformita’ dell’alluce dopo poco tempo.
Il miglioramento dei risultati rispetto al passato, quando il processo di stabilizzazione dipendeva unicamente dal bendaggio, è più che evidente.
Attenzione: non stiamo dicendo che il bendaggio non serva! Ha un ruolo indubbiamente importante ma, da solo, non è affatto sufficiente.
Il post operatorio è doloroso?
L’intervento per la correzione dell’alluce valgo prevede un post operatorio minimamente doloroso. Dopo circa un mese, si possono riprendere le principali attività della vita quotidiana, tra cui la guida e l’utilizzo di scarpe non ortopediche.
Piccolo suggerimento per chi si opera in estate: camminare nell’acqua è un’abitudine estremamente funzionale al buon decorso.