In molte occasioni si sente parlare di gravidanza extrauterina, ma non tutti sanno a cosa ci si riferisce e quali sono i sintomi più comuni che possano identificarla.

In questo articolo, vi spiegheremo cos’è la gravidanza extrauterina e quali sono le cause e i principali sintomi.

La gravidanza extrauterina: definizione e principali cause

Si parla di gravidanza extrauterina quando l’embrione fecondato si colloca in zone diverse da quella naturale, ossia l’utero. In una gravidanza normale, l’embrione si muove dalla tuba di Falloppio verso la cavità uterina, mentre nelle gravidanze extrauterine questo passaggio avviene in altre sedi, al di fuori dell’utero, e più precisamente nelle ovaie o nelle tube di Falloppio.

Una recente ricerca ha evidenziato come le gravidanze extrauterine siano più frequenti nelle donne che hanno un’età compresa tra i 35 e i 40 anni, e nella maggior parte dei casi l’embrione si annida nelle tube di Falloppio. Per le gravidanze extrauterine (GEU) non è stata ancora identificata una causa unica e determinata, ma tale anomalia può derivare da una serie di situazioni pregresse:

  • endometriosi;
  • infezioni alle tube di Falloppio;
  • utilizzo di contraccettivi come la spirale;
  • infezioni sessualmente trasmissibili;
  • interventi chirurgici;
  • alterazioni ormonali.

Le cause sopraelencate possono determinare la gravidanza extrauterina e alcune sono facilmente individuali, mentre nel caso delle alterazioni ormonali è difficile individuare quale sia stato il fattore scatenante.

I sintomi della gravidanza extrauterina

Per diagnosticare una gravidanza extrauterina è necessario che si presentino alcuni sintomi specifici, visto che nelle prime settimane dal concepimento, si può pensare che sia una normale gravidanza.

Fino alla quinta settimana dal concepimento, si presentano i tradizionali sintomi di una gravidanza: assenza di mestruazioni, nausea, dolore addominale e mal di schiena, ma trascorso tale periodo possono comparire tracce di sangue e dolore persistente alla pancia. Se si presentano tali sintomi, è necessario intervenire tempestivamente e contattare immediatamente il ginecologo per sottoporsi ad alcuni esami diagnostici specifici che permettono di individuare la gravidanza extrauterina.

Nel caso in cui vi sia una perdita eccessiva di sangue e dolori addominali persistenti e molto forti è opportuno recarsi al pronto soccorso, dato che potrebbe essersi verificata una rottura della tuba di Falloppio. Nel caso in cui si verifichi una rottura della tuba, molte donne hanno evidenziato alcuni sintomi specifici come dolore alla spalla, stato di malessere generalizzato, svenimenti e dolore intenso localizzato alla zona pelvica.

Come individuare una gravidanza extrauterina

Per individuare una gravidanza extrauterina, se non si sono manifestati i primi sintomi (perdite di sangue, dolore addominale acuto), può servire un’ecografia transvaginale che ha lo scopo di individuare la collocazione dell’embrione all’interno dell’utero. Un altro test per diagnosticare la gravidanza extrauterina è il prelievo del sangue per le beta-HCG: i livelli di questo ormone devono raddoppiare ogni 48-72 ore, se invece non vi è tale incremento vi è il sospetto che sia una gravidanza extrauterina.

In molti casi, il ginecologo può sospettare la presenza di una gravidanza extrauterina anche tramite un esame obiettivo: aumento delle dimensioni addominali asimmetrico o aumento delle dimensioni dell’utero, non compatibile con l’assenza di mestruazioni. Per ottenere una diagnosi certa di gravidanza extrauterina si può effettuare una laparoscopia, un intervento chirurgico non invasivo che ha come obiettivo l’osservazione dell’addome e della zona pelvica.

Quali sono le conseguenze di una gravidanza extrauterina?

Nel 70% dei casi, una gravidanza extrauterina si risolve con un aborto spontaneo nelle prime settimane di gestazione, ma in alcuni casi è necessario intervenire per evitare che la situazione si aggravi e comporti la rottura della tuba.

Nel caso in cui non si verifica un aborto spontaneo, è necessario interrompere la crescita dell’embrione con la somministrazione di farmaci, o nei casi più gravi intervenendo chirurgicamente. Per bloccare la crescita dell’embrione si è soliti somministrare il metotrexato nelle prime settimane di gravidanza, sempre se non si hanno perdite di sangue troppo eccessive o si soffre di insufficienza renale. L’intervento chirurgico è indicato quando la donna non può assumere metotrexato, la terapia farmacologica non ha provocato l’aborto spontaneo o se la tuba sanguina. L’asportazione dell’embrione e l’eventuale riparazione della tuba danneggiata avvengono tramite un intervento laparoscopico.

Nei casi più gravi, soprattutto quando si parla di gravidanze extrauterine tubariche, l’intervento chirurgico mira anche alla rimozione della tuba. Nel caso in cui la gravidanza extrauterina si sia risolta con un aborto spontaneo, è possibile tentare una nuova gravidanza, trascorsi almeno 2-3 cicli mestruali.