Il 10% dei bambini ha avuto gli ossiuri o come sono più comunemente definiti, i vermi. Si tratta di parassiti che hanno l’aspetto di piccoli filamenti bianchi visibili nelle feci. L’infestazione preoccupa molto i genitori, anche se con un po’ di attenzione può essere trattata liberando l’intestino crasso e l’ampolla rettale da questo ospite non gradito.

Le cause degli ossiuri

La causa di infestazione da ossiuri è l’ingestione delle uova di Enterobius vermicularis – nome scientifico dei vermi. Queste, infatti, si depositano nella zona perianale e si possono facilmente diffondere. Il contagio può avvenire attraverso il cibo o le mani infestate da uova.

Nei bambini è piuttosto semplice trasmettere l’infestazione poiché sono poco attenti alle condizioni igieniche e tendono a portare tutto alla bocca. Penne, matite o giocattoli che in precedenza sono stati a contatto con mani infestate da uova, sono perciò molto pericolosi e sono la prima causa di diffusione di vermi intestinali tra i più piccoli.

L’ossiuriasi, inoltre, può avvenire anche attraverso l’ingestione di uova disperse nell’aria. Ciò può accadere, ad esempio, quando si scuote un indumento o un lenzuolo sul quale si sono depositate le uova. I più piccoli già trattati per debellare i vermi, possono nuovamente contrarre l’infestazione quando portano alla bocca le proprie mani o oggetti su cui in precedenza si sono depositate le uova. Il fenomeno viene definito auto-infestazione e potrebbe far pensare erroneamente che la terapia non ha avuto alcun effetto, mentre in realtà si tratta di una recidiva.

I sintomi dell’ossiuriasi

Quando le uova degli ossiuri giungono nell’intestino si schiudono liberando i vermi adulti. Le femmine di questa specie depongono le uova nell’orifizio anale e perianale dove sopravvivono anche fino a tre settimane.

Il sintomo più diffuso dell’infestazione è il prurito nella zona anale che si verifica a causa di una sostanza che le femmine degli ossiuri depositano con le uova. Il prurito è particolarmente frequente nelle ore serali poiché nella notte le femmine della specie si spostano dall’intestino all’ano per depositare le proprie uova.

Spesso al prurito si accompagnano altri sintomi come il mal di pancia, la diarrea, la perdita dell’appetito, l’irritabilità o l’insonnia. Alcuni bambini possono digrignare i denti nel sonno oppure si possono verificare casi di enuresi notturna, anche se non usano più il pannolino da tempo e hanno imparato a gestire lo stimolo. Nelle bambine sono piuttosto frequenti anche le vulvovaginiti che sono la conseguenza dell’annidamento delle larve di ossiuri tra le piccole e le grandi labbra.

Alcuni soggetti possono presentare una forma di ossiuriasi asintomatica. In questi casi è più difficile diagnosticare l’infestazione e ciò può avvenire attraverso il ritrovamento di ossiuri nelle feci o più comunemente sulla biancheria intima.

I rimedi e le cure

Le nonne curavano l’infestazione degli ossiuri con rimedi come aglio, scorza di limone o semi di zucca che non sono idonei a debellarla. I farmaci più adeguati a trattare l’ossiuriasi sono il mebendazolo, l’albendazolo o il pirantel pamoato che sono molto efficaci sui parassiti, anche con una sola somministrazione, mentre non riescono a eliminare le uova. Si consiglia, pertanto, un secondo trattamento dopo una o due settimane per riuscire a debellare anche i vermi nati dalle uova rimaste nella zona anale e perianale. Questi, infatti, potrebbero essere causa di una recidiva.

L’infestazione si trasmette molto facilmente, pertanto una volta individuato un caso in un bambino si consiglia di trattare tutta la famiglia contestualmente e con lo stesso farmaco. Durante e dopo il trattamento è opportuno lavare la biancheria intima e da letto in lavatrice a una temperatura superiore ai 60°C e usare solo biancheria da bagno personale.

Per evitare il contagio si consiglia anche di lavare molto frequentemente le mani facendo particolare attenzione alla pulizia delle unghie. Per riuscire a debellare definitivamente gli ossiuri bisogna pulire frequentemente la casa e gli oggetti per evitare che le uova restino nell’ambiente.

In ogni caso il trattamento farmacologico dell’ossiuriasi va fatto dopo avere consultato il medico che potrà consigliare il prodotto più idoneo e la relativa posologia.