L’albumina è una proteina presente nel plasma in quantità elevate (50-65%). Prodotta dal fegato, ma contenuta anche nelle uova e nel latte vaccino, viene espulsa tramite le urine. È importante per il mantenimento della pressione oncotica (cioè quella forza che regola il passaggio dei componenti colloidali del sangue) e per il trasporto di sostanze quali ormoni, acidi grassi, bilirubina e farmaci. Quando i suoi livelli superano una certa soglia, potrebbe essere indice di un problema fisiologico.
I valori dell’albumina vanno misurati in laboratorio mediante un normale prelievo di sangue venoso oppure tramite la raccolta delle urine (quest’ultima rivela precocemente un possibile danno renale).

Albumina nel sangue: interpretazione dei valori

L’albuminemia, ovvero la misurazione dell’albumina nel sangue, viene effettuata tramite un semplice prelievo di sangue venoso, allo scopo di rilevare possibili stati patologici e non. Per potersi considerare normali, i valori devono essere compresi tra i 3,5 e i 5,0 g/dL.
I risultati ovviamente devono essere contestualizzati per poter offrire una diagnosi precisa. Anche se rara, l’iperalbuminemia (livelli alti di albumina nel sangue) è sinonimo di una grave disidratazione dovuta a diarrea e vomito prolungati oppure a un’ustione estesa. Ma potrebbe essere riconducibile anche a una sarcoidosi, a un principio della malattia di Buerger o del morbo di Addison.
L’ipoalbuminemia, cioè valori bassi di albumina nel sangue, è in genere indice di un grave processo infiammatorio o di una malattia a carico del fegato o dei reni. Ma non solo. Una bassa concentrazione della proteina nel plasma potrebbe rimandare anche a diverse cause tra cui:

  • cirrosi epatica
  • malnutrizione
  • cattivo assorbimento dei nutrienti dovuto a celiachia, enteropatie protido-disperdenti oppure dal Morno di Crohn
  • tumore
  • ipertiroidismo
  • sepsi (eccessiva risposta infiammatoria dell’organismo a un’infezione che potrebbe comportare il danneggiamento dei tessuti e degli organi)
  • morbo di Cushing
  • carenza vitaminica
  • insufficienza cardiaca
  • diabete mellito

In gravidanza, valori bassi di albumina sono assolutamente fisiologici e non devono necessariamente destare preoccupazione. Sono infatti strettamente legati all’uso della proteina da parte del feto e ai cambiamenti ormonali. Livelli al di sotto della media, inoltre, possono essere influenzati dalla dieta (ad esempio quella vegetariana) oppure dall’assunzione di alcuni farmaci come i contraccettivi, gli ormoni della crescita, l’insulina, gli steroidi anabolizzanti e altri.

Albumina nelle urine: interpretazione dei valori

In genere, l’albumina non è presente nelle urine in quanto viene eliminata quotidianamente (<30 mg nelle 24 ore) come tutte le altre sostanze di scarto e le tossine. L’albuminuria è pertanto indice di una perdita progressiva della funzionalità dei reni.
L’esame delle urine è obbligatorio per le persone soggette a nefropatia (malattia renale), specialmente se causata da ipertensione arteriosa oppure da diabete. Una diagnosi precoce, associata ai valori della creatininemia e dell’azotemia, nonché ai risultati di ulteriori accertamenti diagnostici specifici, può essere utile per individuare una cura mirata ed efficace per il trattamento della patologia. Nei casi di ipoalbuminemia, il medico curante può decidere di somministrare un certo quantitativo di albumina per correggerne la carenza nel sangue.
Va precisato, tuttavia, che alcuni fattori come un’infezione delle vie urinarie, la presenza di sangue nelle urine, l’esercizio fisico troppo intenso e gli squilibri acido-base possono falsare i risultati. In questi casi, oltre a richiedere ulteriori accertamenti, il medico terrà conto della storia clinica del paziente, di eventuali patologie preesistenti e dei farmaci assunti.

Quando è necessario fare il dosaggio dell’albumina nel sangue e nelle urine

I valori dell’albumina nel sangue e nelle urine consentono di valutare lo stato di salute di fegato e reni, soprattutto se la persona interessata presenta uno dei seguenti sintomi:

  • ittero (colorazione giallastra ed uniforme della pelle)
  • perdita repentina e ingiustificata di peso
  • stanchezza generalizzata
  • febbre prolungata
  • urine scure
  • feci di colore insolitamente chiaro
  • diarrea o vomito persistente
  • gonfiore agli arti inferiori, agli occhi e a livello addominale
  • prurito cutaneo
  • ematomi e altre manifestazioni di alterazione del sistema di coagulazione.

Come ci si prepara agli esami

Per evitare che i risultati degli esami possano essere falsati, è necessario rimanere a digiuno almeno 8 ore prima del prelievo venoso e non svolgere attività fisica a ritmo intenso. La concentrazione dell’albumina si misura tramite l’elettroforesi delle proteine.
Sono rari i casi in cui possono verificarsi degli effetti collaterali. Tra questi, sensazione di stordimento, svenimento, infezione (in quanto la cute non è integra) e sanguinamento eccessivo, dovuto da un’alterazione del sistema di coagulazione.
Per quanto concerne, invece, la preparazione all’esame delle urine è richiesta la raccolta delle stesse all’interno di un contenitore specifico e sterile nell’arco delle 24 ore. A discrezione, il medico può decidere se effettuare la misurazione su un campione di urine emesse durante la prima mattinata oppure in qualsiasi altro momento della giornata.