“L’uomo è un animale sociale”: un’affermazione data da Aristotele, antico filosofo e scienziato greco, nei suoi trattati politici. Fin dall’antichità, infatti, gli uomini si sono riuniti in gruppi sociali per poter sopravvivere. La società antica ha sicuramente enormi differenze rispetto a quella del presente, ma il fattore sociale è rimasto in un certo senso invariato.

Cosa vuol dire vivere in società?

Fin dalla nascita delle prime comunità gli individui hanno sentito il bisogno di riunirsi per vivere insieme. Questo è stato possibile grazie a regole e modi di vivere comuni, infatti, per poter vivere all’interno di una comunità è importante attenersi a quelle che sono le regole sociali della stessa.

Spesso succede che qualche individuo si senta un estraneo e viva la sua vita all’interno della società come se non esistessero regole e convenzioni. Questo porta ad avere degli emarginati sociali che spesso hanno anche delle turbe dal punto di vista psichico perché l’essere umano necessità della socialità.

Così come il corpo ha bisogno di nutrirsi e riposarsi, la mente e l’anima dell’uomo ha bisogno di confrontarsi con i suoi simili per poter andare avanti. Nell’antichità vivere in società voleva dire assicurarsi la sopravvivenza perché con il gruppo si era più al sicuro da attacchi di animali o bestie feroci. Con l’installarsi di comunità sempre più grandi e stanziali si è sentita la necessità di regolare i comportamenti in modo da mantenere un clima sereno e pacifico.

Infatti, è importante che ogni membro della società si senta al sicuro e protetto e nessuno può pensare di far quello che vuole quando ne ha voglia. Sono un po’ i principi cardine su cui sono fondati gli Stati mondiali infondo.

Ogni Stato, ogni forma di governo più o meno liberale, assicura ai suoi cittadini un clima di pace e di uguaglianza. Questo è molto importante per evitare rivolte e perdita di vite umane.

L’uomo è davvero un animale sociale?

L’uomo per natura sente il bisogno di unirsi in gruppo. Questo è stato un punto su cui molti studiosi si sono impegnati a trovare una soluzione, ma una risposta univoca non c’è.

Osservando il comportamento degli animali dapprima e degli individui poi ci si è resi conto che tutti tendono a circondarsi dai propri simili. Anche nel mondo animale, infatti, è usuale vedere gruppi della stessa specie sempre insieme. Questo è sicuramente legato al fattore della sopravvivenza, in cui il branco può assicurare al singolo maggior tutela.

Per gli individui, soprattutto della società moderna, questo non è più del tutto necessario, ma comunque sono soliti a circondarsi di altre persone. Infatti, infatti per natura l’uomo ha bisogno di avere al proprio fianco i suoi simili, per potersi confrontare e crescere insieme.

Ogni società è basata su principi sociali differenti, ed anche società della stessa epoca ma di luoghi distanti tra loro possono differire per alcuni aspetti. Se per esempio in Italia siamo abituati ad avere una fisicità molto marcata con chi ci sta di fianco e spesso tocchiamo l’interlocutore, a un nativo del nord Europa questo potrebbe dare fastidio e risultare inopportuno.

Fin da piccoli siamo immersi nella cultura a cui apparteniamo imparando per imitazione ciò che sono le convenzioni sociali per poter vivere in quella determinata società.

Ogni cultura è differente dalle altre anche grazie a queste piccole sfumature che creano però enorme differenza tra un individuo e l’altro. Questo non vuol dire che una persona nata e vissuta in una determinata società non possa avere contatti con altre di culture diverse, anzi, lo scambio culturale e le diversità sociali sono aspetti davvero interessanti che sono studiati ancora oggi da antropologi e sociologi.

L’uomo è per natura alla ricerca dei suoi simili e stare in società è il modo per star bene prima di tutto con sé stessi e poi con il mondo circostante.