Il pavimento pelvico è una zona anatomica molto importante per il sostegno dei visceri e di altri organi, in particolare l’utero.
È formato da un fascio di muscoli e legamenti che hanno la funzione di chiudere la parte bassa dell’addome; si colloca nella zona del peritoneo, cioè tra l’ano e l’organo sessuale maschile o femminile.
Proprio questa zona alla base del ventre è fondamentale per l’evacuazione (defecazione e minzione), ma anche nell’attività sessuale.

Le disfunzioni del pavimento pelvico

Il pavimento pelvico è una delle zone più trascurate dal punto di vista medico; questo finché non si presentano problemi come incontinenza urinaria e/o fecale, dolore durante i rapporti sessuali, soprattutto nella donna, prolasso dell’utero o della vescica, fastidi al basso ventre di varia natura.
Tali disfunzioni di possono distinguere in 2 gruppi: quelle da ipotono e da ipertono.
Le prime riguardano i prolassi di uno o più organi pelvici e i 2 tipi di incontinenza. Significa che il perineo perde quella tonicità ed elasticità che fino ad allora aveva sostenuto gli organi interessati. In tal senso può accadere che un colpo di tosse, uno sforzo, un semplice starnuto possano portare a perdite urinarie o fecali.
Le seconde si riferiscono invece a quei dolori che possono comparire durante i rapporti sessuali, soprattutto nella donna, o nella vita di tutti i giorni. Il fastidio si manifesta proprio in corrispondenza del peritoneo; in alcune donne provoca una patologia nota come vulvodinia.

Il pavimento pelvico in un approccio multidisciplinare

Il pavimento pelvico risente della gravidanza e quindi del parto, in quanto sopporta importanti sollecitazioni a livello muscolare. Le stesse fasce di muscoli che riguardano sia il perineo che l’addome, infatti, rientrano nella loro sede consueta dopo almeno 6 settimane.
I disturbi del basso ventre si manifestano soprattutto in età adulta e si tratta di un problema molto più diffuso di quanto si pensi.
Spesso, tuttavia, certi sintomi si trascurano fino a quando non creano disagi o paura e portano ad affidarsi a medici specialistici.
Tra questi ci si può rivolgere a ginecologi, proctologi, sessuologi e psicologi.
Medici come gli stessi sessuologi e psicologi sono di supporto alle altre terapie in un quadro di approccio multidisciplinare necessario per affrontare al meglio questi disturbi.
E’ un modo per vincere alcuni tabù riferiti in particolare alla sfera sessuale e quindi troppo spesso trascurati o del tutto nascosti. Si sceglie di non parlarne per un senso di vergogna, che purtroppo può solo portare a un peggioramento della sintomatologia.

Pavimento pelvico e gravidanza

Sono le donne ad essere maggiormente interessate dai fastidi al pavimento pelvico in quanto, come accennato, la gravidanza può esserne la causa.
Il peso del feto e lo stress del parto trasformano le strutture muscolari della zona pelvica e del perineo.
Una delle terapie più efficaci ad alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita è la rieducazione del pavimento pelvico.
Il fisioterapista può indicare quali sono gli esercizi mirati ad allenare, rinforzare e quindi tonificare questa zona anatomica; zona così delicata quanto importante per il sostegno degli organi del basso ventre.
Con un allenamento costante si può recuperare il controllo della continenza e degli sfinteri; inoltre si può aumentare anche la percezione del peritoneo, diminuendo i fastidi anche durante i rapporti sessuali.
La rieducazione del pavimento pelvico è consigliata non soltanto alle donne in gravidanza o che hanno da poco avuto un bambino, ma anche a tutti coloro con patologie correlate al controllo di questa area anatomica. Lo si può fare anche in menopausa o nel caso di un prolasso che riguardi la vescica, il retto, l’utero; anche a seguito di un intervento chirurgico che riguardi la zona pelvica o peritoneale, come l’asportazione delle emorroidi.

La rieducazione del pavimento pelvico

Gli esercizi per la rieducazione del pavimento pelvico più utilizzati in fisioterapia riabilitativa sono quelli di Kegel. Questi consistono in particolare nella contrazione e nel rilascio ritmico dei muscoli perineali e sono sempre personalizzati in base alle problematiche del paziente.
Oltre al pavimento pelvico, infatti, si valutano la postura, la colonna vertebrale, le gambe e l’addome.
Gli esercizi di Kegel sono indicati nelle sindromi da ipotono, mentre non devono essere eseguite in quelle da ipertono.
È possibile prevenire i fastidi al pavimento pelvico con periodiche visite dal ginecologo/andrologo; è importante inoltre evitare di ritardare l’evacuazione a seguito dello stimolo e scegliere un’attività fisica adeguata alle caratteristiche personali.