Lo spirometro è uno strumento diagnostico per valutare la funzionalità polmonare.
L’esame correlato è noto come spirometria. Questo si effettua nei pazienti per i quali si sospetta o si è già evidenziata una patologia restrittiva oppure ostruttiva delle vie aeree.
Lo spirometro svolge diversi esami durante lo stesso controllo, tutti mirati a valutare i volumi dei polmoni; quindi la capacità degli atti respiratori correlati al tempo e alla quantità di aria che si riesce a immagazzinare.

 

Spirometro: come è fatto

Esistono diversi tipi di spirometri, ma sono tutti provvisti di un boccaglio, un sensore e la parte che misura il movimento dell’aria.
Può cambiare soltanto il meccanismo con il quale si incanala la stessa aria; questa sarà poi analizzata al fine di restituire i valori utili allo pneumologo.
Lo spirometro più utilizzato è quello a turbina per cui, quando il paziente soffia, immettendo il flusso che la attraversa, innesca la rotazione. La potenza con la quale gira la stessa turbina si misura tramite sensori elettrici che individuano i volumi dell’aria.
La spirometria è un esame non invasivo, semplice da eseguire e che ha una durata di circa 20 minuti. L’unico accorgimento è che non può essere effettuata su pazienti molto piccoli che ancora non comprendono fino in fondo le disposizioni dello pneumologo per l’esame.
Durante la spirometria il paziente è invitato ad eseguire alcuni atti respiratori; primo fra tutti quello di prendere quanto più ossigeno possibile e soffiare con tutta la forza nel boccaglio, fino svuotare i polmoni.

Quanto costa lo spirometro

Lo spirometro è un’attrezzatura ospedaliera che utilizzano esclusivamente gli esperti del settore, quali medici pneumologi o tecnici di laboratorio pneumologico.
Il costo di questo strumento così importante per capire come e se i polmoni hanno una buona funzionalità è molto variabile.
Come già detto, esistono diversi modelli e altrettanti meccanismi di funzionamento; per questo il costo oscilla tra un minimo di 350 euro ed un massimo di 2800 euro circa.
Il costo può aumentare nel caso di uno spirometro che sia in grado di eseguire una spirometria globale e non soltanto semplice. Rispetto a quest’ultima, che restituisce il valore del volume d’aria immobilizzato in un atto respiratorio, quella globale si riferisce all’ossigeno residuo nei polmoni.
Significa che con questo tipo di spirometria si ottiene la misurazione dell’intera capacità effettiva presente in questi organi essenziali.

Quando serve lo spirometro

Lo spirometro è utile a misurare quanto i polmoni riescono a immagazzinare aria e con quale potenza riescono ad espellerla fuori.
Di solito il medico esegue la spirometria quando si è in presenza di BPCO, cioè una Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, di asma o altre patologie respiratorie.
Tra queste si possono citare la fibrosi polmonare, l’enfisema, il tumore del polmone, in particolare quello arrivato ad uno stadio avanzato.
Lo spirometro può essere utile anche per indagare sulla causa di una tosse insistente e stizzosa, magari associata a muco più o meno denso.
Questi ultimi sintomi sono tra quelli caratteristici della bronchite, che quando diventa cronica deve essere monitorata anche con la spirometria.
L’utilità dello spirometro è riconosciuta anche per la medicina del lavoro. Esistono, infatti, categorie di lavoratori che ogni giorno entrano in contatto con sostanze o polveri sottili in riferimento alla loro mansione; per esempio le estetiste o i minatori. Queste sostanze potrebbero danneggiare la loro funzionalità respiratoria.
Nella medicina dello sport lo spirometro è fondamentale per misurare non solo il buono stato di salute degli atleti, ma anche la loro capacità polmonare.
Nella pratica sportiva agonistica, come è noto, è indispensabile che i polmoni siano in perfetta salute.