Secondo l’Istituto Superiore di Sanità la sifilide è la terza malattia batterica sessualmente trasmissibile più diffusa al mondo. È causata dal batterio Treponema pallidum.

Purtroppo non sempre i segni clinici riconducono immediatamente alla malattia, poiché le presentazioni cliniche sono molto varie. Questa caratteristica fa guadagnare al batterio il soprannome di “grande imitatore”.

La classificazione clinica della sifilide si suddivide in diversi stadi.

Sifilide primaria

La classica espressione clinica di infezione da Treponema pallidum è il sifiloma, un’ulcera di 1-2 cm di diametro non dolente e dura, singola o multipla, associata a un aumento di dimensione dei linfonodi satellite.

Questa lesione si sviluppa 10-90 giorni dopo il contatto con un partner infetto. La localizzazione nell’uomo è a livello di glande, prepuzio, asta peniena e orifizio uretrale, nella donna a livello di vulva e cervice, in entrambi a livello di regione perianale. Il sifiloma ha una regressione spontanea entro 6 settimane.

Dourmishev stima che le lesioni in questa fase si possano riscontare anche in regioni extragenitali (cavità orale, congiuntiva, collo, torace, addome, regione interscapolare, braccia, palmi, dita e cosce) secondo un’incidenza che va dal 2% al 31%. In particolare tutte le zone del corpo coinvolte nell’atto sessuale possono rappresentare una possibile localizzazione. Zheng et al. riferiscono di un paziente che manifestava, come segno clinico di sifilide primaria, lesioni cutanee pruriginose attorno ai capezzoli. L’uomo segnalava di aver avuto, 2 settimane prima, un rapporto non protetto con una donna che gli mordicchiava i capezzoli durante il rapporto.

Altre aree del corpo invece non rendono la diagnosi così immediata, come nel caso di Palfi et al. che descrivono un giovane paziente con una massa di consistenza solida e infiammata localizzata sull’unghia del dito medio sinistro come lesione sifilidica.

In corso di fase precoce di sifilide, le lesioni tendono a guarire spontaneamente ma il paziente risulta altamente contagioso.

Sifilide secondaria

Dopo 3-8 settimane dalla comparsa dei segni tipici del primo stadio, inizia la fase secondaria. La lesione tipica prende il nome di sifiloderma e può presentarsi come macule rosate diffuse (sifiloderma eritematoso) o papule (sifiloderma papuloso) distruibuite soprattutto su tronco e superfici planto-palmari. Durante questa fase persiste la linfoadenopatia e possono comparire sintomi simil-influenzali.

Manifestazioni dermatologiche atipiche sono descritte in caso di compromissione del sistema immunitario. Ad esempio, in pazienti con concomitante infezione da HIV o affetti da alcolismo cronico, come riportano Bayramgürler et al. in uno studio del 2005.

Tali presentazioni non vengono ricondotte immediatamente alla sifilide, bensì trattate come lesioni dermatologiche. Da qui l’importanza da parte dei medici di prendere familiarità con le presentazioni cliniche meno comuni della sifilide.

Nei pazienti immunocompromessi si può osservare un raro quadro di sifilide secondaria definito come sifilide maligna. Le lesioni cutanee diventano pustolose, necrotiche e profonde, e il coinvolgimento sistemico del paziente è più grave.

Anche senza terapia i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono ma, se non trattata, l’infezione progredirà verso lo stadio latente.

Sifilide latente

Durante questo stadio della malattia, non sono presenti segni clinici visibili.

La contagiosità interessa solo le prime fasi, qualora si presentino lesioni cutanee o mucosali, mentre successivamente risulta assente, fatta eccezione per la trasmissione al feto per via transplacentare.

Sifilide tardiva o terziaria

Se il paziente non viene trattato, dopo 10-30 anni dal contagio si sviluppa la fase terziaria.

Le forme cliniche sono distinte in cutanee o mucosali, cardiovascolari e neurologiche (neurosofilide).

Le prime si presentano tipicamente come gomme sifilidiche, lesioni nodulari solide estese dalla cute in profondità, che successivamente vanno incontro a necrosi e si ulcerano. Entro pochi mesi cicatrizzano lasciando una cicatrice bianca, circondata da una zona iperpigmentata. La gomma sifilidica può comparire anche a livello osseo.

Le manifestazioni cardiovascolari si presentano solitamente come aneurisma dell’aorta, stenosi delle arterie coronariche e insufficienza valvolare aortica.

La neurosifilide può colpire tutte le strutture che costituiscono il sistema nervoso centrale e le manifestazioni neurologiche sono molto varie, il che rende la diagnosi molto difficoltosa.

I sintomi includono mal di testa, rigidità cervicale, offuscamento della vista, paresi, incontinenza, ictus, disturbi del comportamento, tremori, problemi di concentrazione, scarsa memoria e difficoltà nella deambulazione.

I segni causati dalla sifilide in questa fase possono mimare neoplasie maligne, come riportato da Asselin et al nel 2019. Nella loro pubblicazione descrivono un paziente, sessualmente astinente da oltre 10 anni, con una lesione peniena che inizialmente si sospettava essere un carcinoma, risultato poi essere una rara manifestazione di sifilide terziaria. La letteratura riporta altre lesioni simili a tumori causate da Treponema pallidum. Per questo motivo la dottoressa coreana Shim suggerisce di includere la sifilide terziaria nelle diagnosi differenziale delle lesioni occupanti spazio, persino in caso di pazienti oncologici.

Sifilide congenita

La trasmissione della malattia dalla madre può avvenire per via transplacentare o durante il parto.

A seconda dell’età in cui insorgono i sintomi, la sifilide congenita viene distinta in precoce (se compaiono entro i 2 anni d’età) e tardiva (oltre i 2 anni d’età).

Nel primo caso il neonato può nascere già con una grave condizione di idrope oppure può sviluppare ritardo nella crescita, epatosplenomegalia, lesioni cutanee, alterazioni ossee o neurologiche.

La sifilide congenita tardiva si manifesta classicamente con la triade di Hutchinson caratterizzata da danni oculari, sordità e anomalie dentarie, a volte associate a ritardo mentale e ad altre alterazioni scheletriche.

Come diagnosticare la sifilide

Risulta evidente dunque che i segni clinici non sempre riconducono alla diagnosi di sifilide in maniera immediata.

È quindi di fondamentale importanza sviluppare una consapevolezza sulla malattia e riconoscere tutte le forme in cui la sifilide si può presentare, in modo da affrontare subito un iter diagnostico ed iniziare le cure tempestivamente.