Oggigiorno, i casi di cancro al seno sono purtroppo numerosi. Tuttavia, grazie allo sviluppo della ricerca oncologica e a conoscenze sempre più approfondite in materia di prevenzione e di diagnosi precoce, ci sono maggiori probabilità di guarigione.

In questo approfondimento, parliamo di seno fibrocistico. Che cos’è?  Esiste una correlazione con il tumore al seno? Scopri di più!

Che cos’è il seno fibrocistico?

Noto anche come mastopatia fibrocistica, il seno fibrocistico è una condizione benigna alquanto comune. A esserne interessate sono grosso modo il 50% delle donne in età fertile. Più precisamente, il rischio di mastopatia fibrocistica risulta maggiormente elevato nel caso delle donne che hanno avuto il ciclo mestruale piuttosto precocemente, in età giovanile, che non hanno figli o che hanno partorito oltre la soglia dei 30 anni. Con il passare degli anni, il seno fibrocistico riguarda una percentuale crescente di donne.

Nei dettagli, il seno fibrocistico si contraddistingue per la presenza di aree fibrose, cisti e noduli del tessuto della mammella. Il loro denominatore comune risiede nel fatto che possono arrecare fastidi, sensazione di pesantezza e dolori, specialmente nel lasso di tempo premestruale. Con la fine delle mestruazioni, si registra una riduzione del dolore mammario. Le mammelle, pertanto, appaiono meno tese. Ecco, quindi, spiegato il motivo per cui conviene effettuare l’esame del seno appena dopo la fine del periodo mestruale.

In linea di massima, a fronte di seno fibrocistico, si tende a non intervenire in alcun modo. Il motivo sta nel fatto che la risoluzione del problema divetta effettiva solo con la scomparsa dei disturbi e dei fastidi. A fronte di problemi piuttosto intensi, il medico curante tende a prescrivere un antidolorifico o un antinfiammatorio, da assumere per via orale. Altre volte, si utilizzano gel contenenti progesterone. Vanno applicati a livello locale.

A cosa sono dovute le alterazioni fibrocistiche?

Le alterazioni fibrocistiche dipendono da una stimolazione ripetuta che riguarda gli ormoni femminili.

Mammografia e screening

La mammella con alterazioni fibrocistiche appare alla mammografia più densa. Identificare, eventualmente, un tumore resta comunque cosa non semplice. Effettuare lo screening del cancro della mammella si rivela molto utile nell’ottica di ridurre il tasso di mortalità, derivante dal tumore al seno. Gli addetti ai lavori hanno però opinioni differenti per quanto riguarda i rischi di sovradiagnosi. Vale a dire in riferimento all’identificazione di una lesione, indicata come cancerosa, che però non avrebbe mai potuto manifestarsi con i sintomi del caso, in quanto la sua evoluzione sarebbe stata bloccata in tempo, nel momento in cui la diretta interessata non avesse deciso di effettuare l’esame.

Allo stato attuale delle cose, comunque, non vi è uno strumento in grado di evidenziare se la lesione di turno potrà trasformarsi oppure no in un tumore invasivo.

In rapporto alla fascia di età, compresa fra i 50 e i 69 anni, buona parte dei ricercatori concorda nell’asserire che il rischio di sovradiagnosi risulti inferiore in confronto ai benefici, derivanti dallo screening con mammografia, effettuato nel pieno rispetto delle linee guida. Eventualmente, prima di sottoporsi a mammografia, è sempre il caso di contattare il proprio medico di fiducia. A tal proposito, anche l’ecografia può rivelarsi utile, principalmente nel caso delle donne in giovane età, dato che permette di valutare a fondo la natura di un nodulo.

Il seno fibrocistico è un fattore di rischio per il cancro al seno?

No. Non si tratta di una condizione precancerosa, né tanto meno costituisce un fattore di rischio in rapporto al tumore al seno. Tuttavia, occorre sottolineare che in caso di presenza di alterazioni fibrocistiche, rilevare lesioni maligne, qualora ve ne fossero, risulterebbe poi particolarmente complesso.

La visita senologica, esattamente come la mammografia, è pertanto fondamentale ai fini della diagnosi di mastopatia fibrocistica. Per ulteriori accertamenti, il medico può suggerire anche un esame istologico. Non bisogna poi dimenticare che è sempre il caso di fare l’autopalpazione del seno, visto che aiuta la donna a distinguere i noduli fisiologici da quello che va controllato appositamente da uno specialista.