In una condizione normale, l’utero si trova in una posizione antiversa e antiflessa all’interno della cavità pelvica.

Tuttavia, non sono rari casi di donne in cui l’utero si trova invece in un’altra posizione. Può trattarsi di posizione retroversa, retroflessa oppure entrambe: in quel caso si parla di utero retroversoflesso. Per capire cosa vuol dire questa condizione e comprendere come possa influire su gravidanza e fertilità occorre fare chiarezza su alcune informazioni di base. Scopriamo di più.

Come è suddiviso l’utero

Dal punto di vista anatomico, l’utero si divide in due regioni con struttura e funzionalità differenti.

Il corpo dell’utero è la parte che si trova nella porzione superiore della cavità pelvica ed è la regione più ampia e voluminosa.

Il collo dell’utero, invece, chiamato anche cervice, si trova più in basso e ha una forma più incurvata e piccola che si congiunge alla vagina. Leggi anche Pap Test: cos’è, perché è importante e ogni quanto deve essere fatto.

Oltre a queste parti principali, l’organo è composto anche dall’istmo, la strozzatura che divide le due regioni, e dal fondo, cioè quella parte che si trova sulla linea immaginaria delle tube di Falloppio, rivolto verso davanti.

La flessione e la versione dell’utero

Osservando lateralmente l’utero di una donna adulta in età fertile, è possibile capire la posizione naturale antiversa e antiflessa.

La flessione è stabilita dall’angolo che si crea tra l’asse del corpo dell’utero e quello della cervice. La retroflessione si verifica quando l’angolo tra i due assi va verso l’indietro (rivolgendosi quindi verso il retto invece che verso l’addome).

La versione, invece, è data dall’angolo che si trova tra collo dell’utero e vagina. La versione dell’utero può essere di:

  • Primo grado: l’angolo è minore di 90 gradi;
  • Secondo grado: l’angolo è maggiore di 90 gradi ma minore di 180;
  • Terzo grado: l’angolo supera i 180 gradi.

In altre parole, si parla di utero retroflesso quando l’organo, anziché guardare verso l’addome, va inclinandosi dalla parte opposta, verso la schiena. Si parla, invece, di utero retroverso quando l’angolo fra collo dell’utero supera i 90 gradi di ampiezza.

Qualora le condizioni appena descritte fossero entrambe presenti allora si parla di utero retroversoflesso.

Utero retroversoflesso: quali le conseguenze?

Queste posizioni considerate anomale hanno un impatto dal punto di vista della fertilità? Facciamo chiarezza.

L’utero retroverso può comportare dolore durante i rapporti sessuali. Quindi, può trasformarsi in un problema se rende difficoltosa l’intimità o se scatena infiammazioni. L’utero in questa posizione, nel corso del tempo, può persino essere causa di stitichezza ed emorroidi.

L’utero retroversoflesso, soprattutto all’aumento di pressione addominale, come può accadere con un colpo di tosse, tende a scendere più facilmente verso la vagina, gettando le basi per il prolasso uterino. Per questo, è importante rinforzare il pavimento pelvico.

In linea di massima, tuttavia, l’utero retroversoflesso non causa grandi problemi e non si ripercuote sulla fertilità femminile. Questo perché l’utero è un organo flessibile, in grado di modificare la sua forma e la posizione per adattarsi alle esigenze e alla crescita del feto. Capita raramente che la compressione dell’utero retroversoflesso dia problemi in gravidanza. Ed è ancor meno probabile che i disturbi della fertilità dipendano dalla posizione in cui si trova l’utero.

Inoltre, in moltissime donne, il parto agisce come “terapia”, riportando l’utero nella posizione naturale antiflessa e antiversa.