Il nevo verrucoso, conosciuto anche come neo di Unna, è un tipo di lesione cutanea diffusa nei soggetti adulti.
Sebbene l’aspetto del nevo possa mutare nel tempo e desti preoccupazione in alcuni pazienti, al giorno d’oggi è possibile intervenire in modo rapido con la rimozione di queste lacerazioni cutanee, grazie all’aiuto di un dermatologo.

Di seguito, si analizzeranno le differenti tipologie di nevo verrucoso, i fattori che influiscono sulla sua insorgenza e i possibili interventi per la rimozione di questa lesione.

È opportuno specificare che le informazioni presenti in questo articolo sono state reperite da fonti esterne presenti sul web. Dunque è sempre necessario consultare uno specialista per analizzare la problematica in modo più approfondito.

Che cos’è un nevo verrucoso?

Il nevo verrucoso, detto moriforme per la somiglianza con una mora, è una lesione della pelle di natura benigna. Tuttavia, questo tipo di escrescenza può svilupparsi in zone che provocano disagio estetico oppure prurito nel paziente. Perciò risulta necessario un intervento chirurgico.

A differenza dei nevi pigmentati, che derivano dalla proliferazione di melanociti, i nevi verrucosi sono originati da un differente processo della pelle. Questo è definito cheratizzazione epidermica.
In sintesi, i nevi pigmentati derivano dalla presenza di melanina. I nevi verrucosi si formano per una produzione eccessiva di cheratina, una sostanza presente nell’epidermide, ovvero lo strato più superficiale della pelle.

Il nevo verrucoso potrebbe staccarsi, prudere oppure sanguinare. In questi casi, è necessario consultare un medico specializzato in dermatologia per effettuare ulteriori accertamenti e decidere se rimuovere la lesione o curarla con unguenti specifici.

È possibile distinguere due tipologie di nevo verrucoso:

  • epidermico: questo neo si presenta ruvido e rialzato al tatto. Di solito, un nevo che rientra in questa categoria risulta benigno. Tuttavia può provocare irritazione e sanguinamento a causa della sua posizione sulla cute. La lesione si irradia con maggiore frequenza sul tronco oppure sugli arti del paziente;
  • sebaceo: questo tipo di nevo si sviluppa in testa e sul cuoio capelluto del soggetto. Si presenta giallognolo e oleoso al tatto e si evolve con più facilità rispetto al tipo epidermico.

Quali fattori favoriscono l’insorgenza del nevo verrucoso?

I nevi verrucosi, come spesso accade anche per altre lesioni della cute, possono avere diverse cause:

  • Esposizione prolungata ai raggi ultravioletti
    Se si passa molto tempo al sole senza protezione solare, è probabile che gli UV compromettano il benessere della pelle, facilitando la comparsa di nevi verrucosi. Il consiglio è di proteggere la propria cute con l’applicazione di creme solari con protezione elevata in ogni stagione. Inoltre, è possibile ricorrere a stick da applicare solo sui nevi verrucosi.
    Leggi qui l’articolo che parla della cheratosi seborroica.
  • Fattori ormonali
    Gli sbalzi ormonali improvvisi, frequenti soprattutto nella fase adolescenziale e durante una gravidanza, possono causare dei cambiamenti cutanei che favoriscono l’insorgenza dei nevi verrucosi.
  • Età
    I nevi verrucosi si presentano con maggiore frequenza negli adulti e aumentano ancora di più nei soggetti anziani.
  • Predisposizione genetica
    Come spesso avviene per i nevi pigmentati, anche l’insorgenza dei nevi verrucosi può essere ereditaria.
  • Irritazioni o traumi cutanei
    Lo sfregamento continuo dell’area in cui è presente il nevo verrucoso potrebbe modificarne le dimensioni, peggiorandone – spesso – anche l’aspetto.

Come si cura un nevo verrucoso?

A questo punto, forse ci si starà chiedendo cosa comporti un nevo verrucoso. Come accennato, questo rappresenta una lesione benigna della pelle che – tuttavia – potrebbe risultare fastidiosa per il posizionamento sulla cute. Per esempio, se il nevo è situato sotto alle ascelle, la frizione con i tessuti e un’eccessiva sudorazione potrebbero irritare la zona e, di conseguenza, causare sanguinamento cutaneo nel soggetto coinvolto.

Se si scopre di avere un nevo verrucoso, il primo consiglio è quello di monitorare la lesione cutanea, verificando in modo periodico se ci siano delle modifiche nella colorazione e nella grandezza.

Il dermatologo potrebbe prescrivere trattamenti specifici, con creme a base di acidi oppure sostanze cheratolitiche; in alternativa, l’esperto potrebbe procedere con la terapia laser, una tecnica in grado di vaporizzare il nevo verrucoso in pochi passaggi con l’utilizzo di CO2 o di diodo.

Se lo specialista ritiene opportuno approfondire le caratteristiche del nevo verrucoso, potrebbe ricorrere all’analisi della lesione tramite biopsia, prelevando un campione di tessuto dal paziente.

Quando le analisi della biopsia danno esito sfavorevole, oppure se le dimensioni del nevo verrucoso aumentano con il passare del tempo, è possibile ricorrere all’exeresi. In questo intervento, lo specialista asporta la lesione al paziente in anestesia locale, procedendo con l’applicazione dei punti di sutura.

Per la rimozione del nevo verrucoso, alcune cliniche prevedono l’utilizzo di crioterapia con azoto liquido, una sostanza in grado di congelare e rimuovere in modo efficace i nevi epidermici.
Infine, si può ricorrere all’elettrocoagulazione, una tecnica che sfrutta la corrente elettrica ad alta frequenza per eliminare le lesioni di piccole dimensioni sul paziente.