Se continuate a grattarvi la testa a causa di un prurito al cuoio capelluto, potrebbe essere qualcosa di più della semplice forfora.

Alla base del prurito al cuoio capelluto possono esserci diverse cause, dalla forfora alla tigna o anche qualcosa di più grave come, ad esempio, un’infezione batterica o una condizione di insufficienza immunitaria.

Per contrastarlo è necessario prima individuare cosa lo sta causando, per cui una visita dermatologica è necessaria per saperne di più, ed intervenire con rimedi appropriati forniti dal medico del centro a cui vi rivolgete.

Le cause del prurito al cuoio capelluto

Forfora e dermatite seborroica sono i motivi più comuni alla base del prurito del cuoio capelluto. L’infiammazione associata ad un eccesso di sebo provoca infatti la desquamazione, ed in tal caso è necessario l’uso di prodotti specifici.

Un dermatologo in questo caso potrebbe consigliare per i casi lievi uno shampoo contenente selenio o zinco piritione, ovvero ingredienti che aiutano a controllare il sebo. Per i casi più gravi, potrebbe invece essere necessario uno shampoo antimicotico, un cortisone topico, una crema o un unguento.

Anche la psoriasi potrebbe essere un motivo per cui avvertite prurito; infatti è una patologia che causa macchie squamose e arrossamenti sulla pelle o sul cuoio capelluto. Non è ben chiaro ancora cosa scateni la psoriasi: sicuramente influiscono lo stress e l’ereditarietà.

Anche in questo caso si ricorre generalmente all’utilizzo di uno shampoo medicinale da banco contenente catrame di carbone o acido salicilico, ossia sostanze ideali per controllare la psoriasi del cuoio capelluto.

Tuttavia, fissare un appuntamento con il dermatologo è sempre consigliato: sicuramente il medico saprà individuare la causa e proporre il rimedio più adatto al caso specifico!

Un’infezione fungina può causare prurito al cuoio capelluto

La Tinea Capitis, comunemente conosciuta come tigna, è un altro potenziale indiziato quando si presenta una condizione di prurito al cuoio capelluto

Si tratta di un’infezione fungina comunemente nota come tricofitosi. La tigna si estende in profondità nel follicolo pilifero, causando macchie e conseguente perdita di capelli, condizione che si aggrava nel tempo. L’eruzione cutanea può apparire sollevata e con punti neri o con un aspetto ispido.

La soluzione nel caso di questa infezione è il ricorso a una formula antifungina da banco. Tuttavia nella maggior parte dei casi poiché le spore fungine in oggetto vivono in profondità nel follicolo pilifero, è necessario assumere farmaci antimicotici per risolvere il problema.

Nel corso di una visita dermatologica – più che necessaria in presenza di tale infezione –  il medico verificherà attentamente che si tratta effettivamente di tigna prima di procedere con la prescrizione di farmaci per debellarla.

Le reazioni allergiche, l’utilizzo di tinture aggressive per capelli, l’eczema (o dermatite atopica) sono altre cause di prurito al cuoio capelluto e per capire di cosa si tratta è necessario un consulto medico.

Richiedi l’intervento di uno specialista

Il più delle volte un prurito del cuoio capelluto non è motivo di preoccupazione, tuttavia in alcuni casi può essere un campanello d’allarme di qualcosa di più serio.

Farsi visitare da un dermatologo è importante, soprattutto se i sintomi sono piuttosto fastidiosi – in alcuni casi il prurito tiene svegli di notte, influenzando negativamente anche le giornate lavorative o di studio – o in presenza di punti pruriginosi dolenti al tatto.

Uno shampoo apposito o altri prodotti da banco non sempre aiutano a risolvere a fondo il problema e talvolta provocano arrossamenti e desquamazione che si diffondono poi sul viso o su altre aree del corpo: ecco perché è fondamentale affidarsi a uno specialista!