Tra le malattie di natura metabolica più diffuse in età infantile vi è di sicuro il diabete. Tra bambini e adolescenti, in Italia, sono quasi 20.000 i casi.

Sulla stessa falsariga di quanto si verifica con gli adulti, la causa primaria del diabete infantile è la carenza di insulina.

Cos’è il diabete infantile?

Noto come diabete mellito di tipo 1, principalmente per via del numero di casi che si segnalano in età infantile, questa malattia ha come sintomo principale la necessità che il bambino avverte nel corso delle ore notturne di alzarsi più volte per andare in bagno ad urinare.

Sintomo connesso a questa situazione è il repentino dimagrimento. Nei casi più complessi di acidosi diabetica, il ricovero in ospedale risulta necessario.

Le cause del diabete infantile

Il diabete mellito è in genere associato alla grave insufficienza di insulina, tendenzialmente per predisposizione genetica.

Su questo argomento, tuttavia, ci sono molte zone d’ombra: ad esempio, non si ha ancora una completa panoramica sulle cause relative all’interruzione di produzione di insulina. Molte teorie evidenziano come le cellule beta, localizzate nel pancreas, che hanno come compito principale quello di produrre insulina, siano dapprima prese di mira dagli anticorpi prodotti dall’organismo ed in seguito distrutte.

Nel lungo periodo, la scarsità di insulina comporta un eccesso di glucosio all’interno del sangue. L’organismo lo elimina mediante l’urina. I bambini diabetici sono, infatti, soliti urinare molto e bere in continuazione. Lo stimolo della sete è spesso così forte che sono costretti ad alzarsi di notte.

L’improvviso dimagrimento e il problema del sangue acido

Si è già fatto riferimento al repentino dimagrimento, la cui causa primaria risiede nel fatto che l’organismo non è in grado di utilizzare il glucosio e, di conseguenza, si ritrova costretto a ricercare un altro tipo di energia.

L’unica soluzione, in quest’ottica, è costituita dalla possibilità di attingere ai depositi di grasso sottocutaneo. Risultato? Oltre alla perdita di peso, anche la formazione di corpi chetonici. Fra questi, la presenza di acetone ricopre una certa importanza. Il sangue, di fatto, diventa acido e nella casistica di concentrazione di corpi chetonici superiore alla media, si corre il rischio di coma chetoacidosico.

Prevenire il diabete infantile

In riferimento al diabete infantile, al momento, di cure non ne esistono. Qualsiasi bambino che soffre di questo disturbo deve imparare a conviverci per tutta la vita.

Non si sono specifiche rinunce da tenere in considerazione: andare a scuola, frequentare gli amici, praticare sport, viaggiare e altri compiti tipici della routine non risultano più di tanto ostacolati.

L’importante è saper prevenire il diabete infantile. Tutto questo è fattibile solo se ci si attiene a regole basilari, incentrate su un’alimentazione sana e sul praticare attività fisica, in palestra oppure all’aria aperta.

Anche nel caso dei bambini maggiormente soggetti a rischio è sempre opportuno monitorare il possibile avvento dei sintomi del disturbo, affinché si evitino in futuro i rischi di una diagnosi eccessivamente tardiva.

Bisogna saper prestare attenzione ai campanelli d’allarme. Nel momento in cui il pancreas produce poca insulina, la glicemia non può più essere tenuta sotto controllo. Ergo, il bambino tende a bere di più, cercando di diluire lo zucchero presente nel sangue e provando ad eliminarlo mediante i reni.

È doveroso essere in guardia con il sorgere dei primi sintomi. Resta comunque cosa complessa il poter riconoscere una malattia tutto sommato silenziosa che, qualora non venisse identificata in tempo, potrebbe arrecare complicazioni serie.