Il coenzima Q10 (o ubichinolo) è una molecola naturalmente prodotta dall’organismo e presente in grandi quantità nel cuore, nel fegato, nei reni e nel pancreas. Indispensabile per il corretto funzionamento degli organi e utilizzato dalle cellule per fare scorta di energia, il coenzima Q10 è noto per le sue capacità antiossidanti sul DNA.
Oltre ad essere sintetizzato dal corpo umano, è presente in diversi alimenti. Tra questi soprattutto pesce, carne, cereali integrali, soia, frutta secca, germe di grano, spinaci e oli vegetali. È disponibile inoltre anche sotto forma di integratore alimentare.

Coenzima Q10: quali sono i principali benefici

È una molecola liposolubile (che si scioglie nei grassi) e indispensabile per il funzionamento dei mitocondri (ossia delle piccole centrali energetiche per le cellule). Il coenzima Q10 partecipa attivamente ai processi che portano alla formazione di ATP.
Secondo alcune ricerche scientifiche, l’ubichinolo contribuisce a migliorare l’aspetto della pelle (ottimo alleato contro le rughe d’espressione e da esposizione ai raggi UV-B). Contribuisce anche a stimolare la fertilità, aumentare le prestazioni fisiche durante l’allenamento e a mantenere attivo il cervello. Pare che abbia effetti benefici sulla miopatia, una controindicazione causata dall’assunzione prolungata di statine (farmaci impiegati per il trattamento del colesterolo cattivo nel sangue) che comporta debolezza e rottura delle cellule muscolari.

Ulteriori benefici

Tuttavia, il coenzima Q10 partecipa anche:

  • Al benessere del cuore. Uno studio condotto su 420 volontari e pubblicato su JACC Heart Fail, un’autorevole rivista medica, ha stabilito come l’assunzione regolare di coenzima Q10 sia in grado di migliorare i sintomi causati da insufficienza cardiaca, riducendo il rischio di infarto. Una ricerca del 2011, effettuata su 117 persone, ha invece evidenziato come il Q10 sia fondamentale nella riduzione dei tempi di recupero dopo un intervento di sostituzione delle valvole cardiache e di bypass. Inoltre, pare svolga un ruolo importante nella prevenzione della formazione delle placche di colesterolo cattivo soprattutto in prossimità della regione aortica.
  • Alla riduzione delle fastidiose cefalee. Una diminuzione di energia delle cellule cerebrali può essere la causa di insopportabili mal di testa. Diversi studi hanno dimostrato che, migliorando l’attività mitocondriale, il coenzima Q10 è in grado di eliminare l’infiammazione causata dall’emicrania. Una ricerca pubblicata sulla rivista Headache e che ha coinvolto ben 1.550 volontari con bassi livelli della molecola, ha evidenziato come il trattamento con un integratore alimentare a base di ubichinolo sia capace di ridurre gli episodi di emicrania intensa.
  • All’efficienza del sistema nervoso. Molti disturbi neurologici, come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer, sono legati allo stress ossidativo. Un esperimento effettuato su 80 pazienti con un principio di Parkinson ha dimostrato come in 16 mesi, assumendo regolarmente una dose giornaliera (max 1200 mg) di coenzima Q10, sia possibile rallentare il progressivo sviluppo della malattia. Sugli stadi più avanzati della patologia, ad oggi, non sono stati riscontrati successi eclatanti.
    Un recente studio condotto su bambini affetti da sindrome di Down, sta dando risultati incoraggianti. Pare, infatti, che l’enzima sia in grado di migliorare la condizione di stress ossidativo tipica della malattia.

Coenzima Q10: dove si trova?

Il coenzima Q10 viene prodotto autonomamente dall’organismo ma negli anni si assiste ad una netta riduzione dei quantitativi, motivo per cui può essere integrato attraverso l’alimentazione. Carne e pesce (in particolare i crostacei, i molluschi, il salmone, il merluzzo, le aringhe, lo sgombro, il tonno e le sardine) ne sono particolarmente ricchi. In più, è presente anche nella frutta secca, nei legumi, nei semi e in piccole quantità nelle verdure e negli ortaggi.
In alternativa, è disponibile anche sotto forma di compresse, capsule, soluzioni oleose oppure in polvere. Un individuo di 40 anni dovrebbe assumere dai 50 mg a un massimo di 200 mg al giorno di ubichinolo (dosi stabilite dal Ministero della Salute). Trattandosi di un composto liposolubile, l’assorbimento è limitato e lento.

Coenzima Q10: esistono dei rischi?

Attualmente, non è stato possibile stabilire se l’integrazione del coenzima Q10 sia sicuro sui bambini e sulle donne in stato interessante o in fase di allattamento, motivo per cui si consiglia di chiedere sempre al medico curante.
In tutti gli altri casi, un sovradosaggio può ugualmente comportare degli effetti collaterali. Potrebbe infatti:

  • diminuire l’efficacia di alcuni farmaci chemioterapici
  • ridurre gli effetti degli anticoagulanti, in primis il warfarin
  • aumentare l’effetto degli antipertensivi
  • causare problemi allo stomaco
  • provocare inappetenza, diarrea e vomito (tutti temporanei)
  • abbassare la pressione arteriosa
  • causare rash cutanei
  • interferire con l’efficacia dell’insulina

Gli effetti collaterali sopracitati fanno riferimento a un sovradosaggio. Attualmente, non sono state registrate controindicazioni legate alle dosi terapeutiche consigliate. In ogni caso, è necessario che sia il medico curante a consigliare l’uso di integratori a base di coenzima Q10 evitando il più possibile le soluzioni fai-da-te. Inoltre, nel caso in cui si sta assumendo una terapia farmacologica, oppure si soffre di qualche malattia specifica o di un disturbo, è bene prestare parecchia attenzione. La molecola può avere delle interazioni anche serie con diversi medicinali. I dati attualmente ottenuti, infatti, non sono completi.